I vigili del fuoco hanno disposto la chiusura degli quattro accessi monumentali al termine di un sopralluogo nel corso del quale sono state riscontrate alcune criticità: ingresso vietato alla Galleria Umberto I di Napoli
Il provvedimento arriva dopo la caduta di calcinacci nella centralissima Via Toledo, all’altezza della Galleria, che ha causato la morte del 14enne Salvatore Giordano.
I lavori di messa in sicurezza sul complesso sono previsti dall’ordinanza firmata dal sindaco di Napoli Luigi de Magistris, nella quale il primo cittadino “ordina di verificare, previe indagini a vista e/o strumentali, cornicioni, aggetti ed elementi decorativi che si rilevassero in possibile pericolo di caduta e/o ammalorati” e di “provvedere agli eventuali necessari indispensabili interventi di messa in sicurezza”.
L’ordinanza fa seguito al provvedimento della Procura di Napoli notificato giovedì sera all’Avvocatura del Comune di Napoli, che individua il sindaco, quale rappresentante del Comune, come persona offesa. Nel provvedimento firmato dal primo cittadino inoltre, si pone “a carico dei proprietari interessati gli oneri degli eventuali interventi da realizzarsi”.
La mappa della ‘Napoli che crolla’, tragicamente riportata d’attualità dalla morte di Salvatore, è sempre più vasta. Diverse le segnalazioni, formali o sulle pagine dei giornali, di cedimenti che hanno riguardato la Galleria Umberto I che apre sul Teatro San Carlo e Via Toledo da un lato e su Via Santa Brigida e Via Verdi sull’altro versante. Lo stato di conservazione della Galleria, affollata da napoletani e turisti a tutte le ore del giorno, già in passato è stato motivo di polemiche.
E’ transennato anche il lato sud di Via San Carlo, mentre a poca distanza in Piazza Plebiscito giovedì è stato necessario l’intervento di Polizia municipale e Vigili del fuoco per la caduta di alcune pietre dalla facciata di Palazzo Reale, dove a giugno era stata segnalata la caduta di piccole porzioni di intonaco nei cortili interni.
Stesso discorso per la Galleria Principe di Napoli, costruita nell”800 dove un tempo sorgevano le ‘fosse del grano’, a ridosso del Museo archeologico nazionale: anche in questo caso, nei mesi scorsi, sono state segnalate cadute di intonaco all’interno, mentre due giorni fa la Polizia locale e i Vigili del fuoco sono intervenuti per lo sgretolamento di calcinacci dalla facciata esterna.
In Via Pessina, una delle tre strade sulle quali affaccia la Galleria Principe di Napoli, il 30 novembre 2013, un guasto al servizio idrico ha causato il cedimento del manto stradale e l’apertura di una voragine che ha comportato la chiusura della strada per alcuni giorni. Circa un mese fa, a distanza di poche ore, i Vigili del fuoco sono intervenuti prima in Via San Pietro a Majella, nel centro storico, per una caduta di calcinacci nei pressi del Conservatorio, e in Corso Garibaldi dove a causa della caduta di pietre fu recintata la strada all’esterno di una notissima farmacia.
Lo scorso 10 giugno è stata la volta di Via Domenico di Gravina, nel rione Materdei, dove in pochi attimi si sono aperte tre voragini a distanza di pochi metri, anche in questo caso a causa di una perdita di una conduttura idrica. Il cedimento ha comportato lo sgombero di circa 40 famiglie da due palazzi adiacenti e la rapida messa in sicurezza dell’area, che qualche giorno dopo ha permesso il rientro degli abitanti.
Scorrendo il calendario a ritroso, si torna inevitabilmente al 4 marzo 2013, quando a crollare fu un’ala di Palazzo Guevara di Bovino, all’incrocio tra la Riviera di Chiaia e Arco Mirelli, a poca distanza dai lavori per la realizzazione della stazione della Linea 6 della Metropolitana.
Nessuna vittima ma solo tanta paura, a differenza di qualche mese dopo, quando la caduta di un albero in Via Aniello Falcone, nel quartiere Vomero, causò la morte di Cristina Alongi, 44 anni, che transitava nella strada alla guida della sua auto.