Ieri sera a Castel Volturno un centinaio di immigrati africani sono scesi in strada dopo il ferimento a colpi d’arma da fuoco di due ragazzi della Costa d’Avorio scatenando una vera e propria rivolta, con auto date alle fiamme e un appartamento incendiato. Numerosi i carabinieri e i poliziotti intervenuti sul posto, poi, fortunatamente, dopo un paio d’ore la situazione è tornata alla calma mentre i responsabili del ferimento, padre e figlio, sono stati fermati con l’accusa di tentato omicidio: si tratta di Pasquale Cipriano di 60 anni, vigilante privato, e del figlio Cesare di 21 anni. I fatti si sono verificati quando in località Pescopagano, zona dove convivono non senza difficoltà la comunità italiana e una folta comunità africana, due ivoriani di 30 e 37 anni, sono stati feriti alla gambe, qualcuno dice mentre erano in bicicletta, da un italiano residente in zona, che sarebbe intervenuto per difendere il padre, un vigilante privato. Entrambi sono stati fermati dalla polizia.
Il figlio ha raccontato agli investigatori che il padre si sarebbe avvicinato ai due ivoriani perché i due stavano portando un pacco, e avrebbe chiesto loro se l’avessero rubato; ne è nato un litigio. L’uomo, a quel punto, è intervenuto in difesa del genitore sparando i due alle gambe. L’episodio sarebbe avvenuto a pochi metri dalla sede di un’agenzia di vigilanza privata. Sulla dinamica sono comunque in corso ulteriori accertamenti in quanto le due vittime non hanno confermato la versione dei fatti fornita dai due italiani; sembra infatti che l’uomo conoscesse i due ivoriani, con i quali aveva avuto in precedenza delle liti. I due ragazzi feriti sono stati ricoverati non in pericolo di vita, presso la clinica Pineta Grande di Castel Volturno.
Il fatto, riaccendendo forse vecchi rancori, ha scatenato la reazione rabbiosa degli amici delle due vittime che sono scesi in strada dando fuoco a 4 autovetture e un furgone; in uno dei mezzi è anche esplosa una bombola del gas. E’ stato inoltre danneggiato dalle fiamme il primo piano di una villetta a schiera, adiacente all’abitazione dell’aggressore, vero obiettivo degli manifestanti. Le scene di stasera hanno portato alla memoria la rivolta scoppiata all’indomani della strage dei sei immigrati africani (il 18 settembre del 2008, ndr) da parte dell’ala stragista dei Casalesi guidata da Giuseppe Setola, quando decine di stranieri che chiedevano giustizia per i compagni uccisi misero a ferro e fuoco la Statale Domiziana. Per quella strage, Setola e gli altri killer sono stati condannati all’ergastolo con sentenza passata in giudicato.