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Divieto & abusivi: il paradosso di Bagnoli

Divieto di balneazione via di Pozzuoli a Bagnoli-I tartto via Napo a PozzuoliQuello che vedete qui di fianco è il segnale sotto il quale si fittano abusivamente ombrelloni e si somministrano altrettanto abusivamente alcolici a pochi passi dal commissariato di polizia di Bagnoli.

I residenti hanno esplicitamente chiesto che fosse pubblicata l’immagine del divieto onde stabilire una volta e per tutte la responsabilità di chi dovrebbe controllare l’area e palesemente “non lo fa” ci si augura, in buona fede, perché magari impegnato in questioni di rilevanza maggiore per la comunità.

Al di là di questa buonista interpretazione dei fatti a via di Pozzuoli (Bagnoli) e nel primo tratto della celebre via Napoli a Pozzuoli si rasenta il ridicolo : scogliere trasformate a colonie di blatte e ratti, immondizia ovunque (composta spesso anche da carogne di piccoli animali) evidenziano quanto meno il lassismo di chi deve oggi offrire spiegazioni valide e concrete ai residenti in merito ad un lassismo che non ha precedenti.

Si muova il sindaco di Napoli Luigi de Magistris dal palazzo di città e lo faccia in nome di quella legalità di cui lo stesso è tutore professionalmente nella vita. Non è possibile assistere passivamente ad un simile sfacelo, mostrare la resa senza condizioni delle istituzioni al malaffare a discapito degli onesti contribuenti. Siamo alle solite : chi controlla il controllore? A questo quesito forse non si avrà mai risposta in una Napoli che cade materialmente a pezzi sotto il peso dell’incuria colpevole e dell’approssimazione governativa di chi ha avuto per decenni l’onore di rappresentare pubblicamente la città. La periferia è abbandonata a se stessa, i servizi basilari presenti nella stessa appaiono inefficienti quando non assenti del tutto. Implode Napoli e lo fa nel modo più miserabile possibile. Rifletta De Magistris sulla veridicità di questi “fatti” e lo faccia in tempi utili per quanto meno salvare il salvabile all’interno di una comunità che di “magico” ormai ha veramente ben poco.

Alfonso Maria Liguori

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