“Come evidenziato oggi dai dati diffusi dall’Osservatorio degli Ordini Medici della Professione Femminile, per cercare aiuto le donne vittime di violenza tendono a rivolgersi più ai presidi sanitari che a quelli delle forze di polizia. Per questo, oltre a puntare di più e meglio sulla formazione degli operatori delle forze dell’ordine, è necessario anche un maggior impegno da parte di tutti gli enti e livelli istituzionali coinvolti per diffondere e mettere in rete su tutto il territorio nazionale le buone pratiche già esistenti e sperimentate nelle varie regioni dai presidi di pronto soccorso.
In tal senso, dal momento che in Campania è in via di estensione a tutta la rete regionale dei presidi sanitari coinvolti lo strumento del doppio referto medico e psicologico, introdotto per la prima volta in via sperimentale dal pronto soccorso dell’Ospedale San Paolo di Napoli, sarebbe auspicale un impegno del governatore Stefano Caldoro per proporne l’estensione anche al di fuori dei confini regionali, a tutta la costituenda rete nazionale, nell’ambito della task force voluta dal governo”. Così in una nota Valeria Valente, deputata Pd e presidente del Comitato Pari Opportunità della Camera dei Deputati.
“Caso unico in Italia – spiega Valente – il referto psicologico consente di accertare, oltre allo stato psichico della donna e all’anamnesi delle eventuali violenze pregresse, anche la presenza di ‘indicatori di lesività’ per l’integrità psico-fisica della vittima e permette in tal modo di attivare tempestivamente, se necessario, forze dell’ordine e magistratura inquirente. Sicura degli effetti positivi che la diffusione di questo strumento potrebbe avere non solo in Campania ma su tutto il territorio nazionale, come presidente del comitato Pari Opportunità della Camera dei Deputati chiederò nei prossimi giorni un impegno al presidente della Regione Stefano Caldoro. E’ necessaria – conclude Valente – la massima sinergia e la massima collaborazione tra tutti gli enti e le istituzioni competenti per rendere concretamente operative le misure di tutela e di prevenzione previste dal decreto sul femminicidio convertito in legge dal Parlamento”.