Affittavano e, in alcuni casi, imponevano, lettini, sdraio e ombrelloni ai bagnanti che si recavano sull’arenile demaniale. É quanto è stato scoperto oggi nel corso del blitz “Mare Sicuro 2014” della Guardia Costiera e dei carabinieri sul Lungomare Pertini di via Napoli, a Pozzuoli. Identificate e denunciate tre persone, sorprese sull’arenile mentre “affittavano” le attrezzature.
Dunque: dopo esserci occupati per mesi dell’emergenza igienico-logistica in cui versano via Napoli a Pozzuoli e via di Pozzuoli a Bagnoli (primo tratto della stessa via Napoli) costatiamo con “piacere” che finalmente i quotidiani e gli altri mass media denunciano uno scempio ampiamente documentato dal nostro giornale. Non ce ne vogliano ma francamente lusinga l’idea di aver svolto bene il nostro compito in difesa della comunità puteolana e della sana informazione.
A prezzo di enormi rischi e con attenzione professionale abbiamo dato voce a residenti esasperati dal lassismo delle istituzioni smascherando reati commessi paradossalmente ad un tiro di schioppo dal commissariato di polizia di Bagnoli sotto gli occhi di tutti. Oggi questo nostro impegno viene preso in prestito da altri organi di informazione la qual cosa inorgoglisce chi come noi della narrazione dei fatti ha fatto una missione più che un “lavoro”.
Ci auguriamo, per il bene di Pozzuoli e della confinante Bagnoli, che tali segnalazioni sortiscano gli effetti voluti svegliando gli organi competenti da un letargo che ha penalizzato notevolmente i cittadini nel corso degli anni. Non ci asterremo dal continuare a monitorare una delle zone più rappresentative del palinsesto turistico campano: è questa una promessa nei confronti dei residenti che hanno più volte mostrato di gradire il nostro umile lavoro. Lavoro reso possibile dalla cooperazione costante con la redazione tutta a cui va indiscusso il ringraziamento di tutti i collaboratori del giornale che mai si è opposto alla pubblicazione della “verità” a prescindere dalla colorazione politica della stessa o dalla pertinenza partitica dei fatti.
Alfonso Maria Liguori