Il piano d’azione c’è ma la tanto agognata proroga dei fondi UE manca all’appello. Questo è il bilancio della visita a Pompei del commissario europeo per la politica regionale Johannes Hahn, arrivato in mattinata per siglare l’action plan per l’accelerazione dell’esecuzione del GPP. Accanto all’esponente della commissione europea erano presenti i vertici del governo e degli enti locali: dal Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio; dal Presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, al sindaco di Pompei Ferdinando Uliano. In rappresentanza del sito archeologico, invece, sono intervenuti il Soprintendente Massimo Osanna e il dg del Grande Progetto Pompei, Gen. Giovanni Nistri, che ha curato la presentazione del documento.
L’imperativo è accelerare i tempi. Per tale motivo l’action plan prevede misure e obiettivi specifici per completare i lavori del GPP entro il 2015. La strategia messa in campo da governo e Unione è articolata in diversi punti: rafforzare le commissioni di gara, responsabilizzare i RUP costituendo appositi team di lavoro, innalzare il livello delle professionalità preposte alla fase esecutiva, rinsaldare la gestione amministrativa e le competenze tecnico – progettuali della SAPES e predisporre condizioni contrattuali che consentano di contenere i tempi di esecuzione. Gli elementi salienti su cui si basa il documento odierno, tuttavia, sono quelli finali: aumentare il supporto tecnico di Invitalia, orientare la programmazione verso i progetti di dimensioni maggiori, intensificare i turni di lavoro estendendoli anche ai giorni festivi e all’orario notturno, mentre viene assicurato un monitoraggio costante dello stato di avanzamento delle opere.
L’effetto di accelerazione che si prevede di ottenere dall’attuazione del piano diventa quantomai necessario a fronte delle dichiarazioni di Hahn che ha negato ogni possibilità di proroga degli attuali 78milioni di fondi FESR stanziati per il GPP da Bruxell. “Ciò che non è stato impiegato del finanziamento di 105 milioni di euro andrà perso”, ha affermato il commissario, regalando ai presenti una doccia fredda solo parzialmente mitigata dalla possibile apertura di nuove linee di credito che l’UE sta valutando in favore di Pompei.
Tuttavia, è il sottosegretario Delrio a pronunciare la parola chiave di questo incontro: ritardi. “Ci sono stati e non lo neghiamo. Accettiamo la sfida a recuperarli”, sostiene il numero due del governo che fa appello all’orgoglio dei napoletani “perchè Pompei non è solo una sfida per il Governo italiano ma lo è anche per l’orgoglio del Sud, terra meravigliosa che vorremmo fosse apprezzata per quello che è: una terra in grado di dare alti contributi di civiltà”.
I ritardi, del resto, sono la vera spada di damocle che incombe sul GPP. Al di là della passerella odierna, infatti, i dati parlano chiaro: in due anni sono stati conclusi solo tre progetti per un valore complessivo di 1milione 548mila euro.
Per questo anche il ministro Franceschini parla di sfida: “Pompei è una grande sfida per tutto il paese. Dobbiamo dimostrare che l’investimento sul patrimonio culturale e su cio’ che ha reso forte l’Italia nella sua millenaria storia e’ la sfida di tutto il Paese e dell’Europa”.
Tra lentezze da vincere e tempi da recuperare, la Soprintendenza sembra essere la vera sconfitta di questa giornata. Dall’aumento dei controlli che avranno cadenza quadrimestrale, all’incremento dell’appoggio esterno, la SAPES appare, di fatto, commissariata.
Dita incrociate, quindi, per portare a termine i trentanove progetti previsti nel GPP mentre il 2015 si avvicina. Ma i maggiori scongiuri sono indirizzati alle violente precipitazioni di questi giorni, presagio di possibili crolli. Perchè, al di là dei piani faraonici, a Pompei, ancora una volta, la vera sfida è l’ordinario, per il quale non ci sono scadenze precise ma, come avrebbe detto Tabucchi, “si sta facendo sempre più tardi”.
Claudia Malafronte