Appare ormai chiaro a Ercolano in casa del Pd il quadro politico in vista delle ormai prossime amministrative locali: i consiglieri comunali Ciro Buonajuto (dirigente nazionale voluto direttamente da Matteo Renzi) e l’assessore Antonello Cozzolino sarebbero i reali “papabili” alla poltrona di sindaco per la comunità degli scavi. Si andrebbe affievolendo la possibilità di rielezione per l’attuale primo cittadino Vincenzo Strazzullo anche se per alcuni addetti ai lavori questo dato potrebbe non corrispondere a verità. Tra il giovane ma già affermato avvocato Buonajuto, idolo dei giovani e dei riformisti locali non che renziano della prima ora, e il concreto Cozzolino potrebbe inserirsi nel rush finale la capacità mediatrice di Strazzullo e riconfermare l’attuale leader del Pd alla guida di Ercolano.
Sulla eventuale candidatura dell’assessore dimissionario Antonio Liberti sono in pochi a credere: l’impressione è che si stia tentando di trovare un accordo all’interno di un movimento politico che ha perso progressivamente a livello locale pezzi importanti di un mosaico storicamente consolidato alle falde del Vesuvio. Al di là delle ciance della domenica mattina in piazza e del lavoro certosino di depistaggio messo in essere da abili faccendieri i veri accordi politici sarebbero presi lontano da Ercolano alla presenza del deus ex macchina di turno. E’ fatto noto in città che a decidere il futuro della cittadina vesuviana sia “mamma Napoli” “(o “nonna Roma”)a cui servilmente per anni la politica locale si è inchinata ossequiosa.
I big della politica ercolanese anche se promossi ai ranghi della capitale non mollano l’osso, non rinunciano ad avere di fatto il controllo politico su una Ercolano sempre più divisa da guerre familiari e antiche rivalità di palazzo. Ci si augura, con poco ottimismo in realtà, che almeno questa volta l’amore per i luoghi e la coscienza sociale prevalgano sull’interesse personale: se non altro nel rispetto dei giovani figli di una terra poco amata da sempre da chi ha avuto l’onore di rappresentarla pubblicamente.
Alfonso Maria Liguori