La rassegna letteraria Positano 2014 Mare, Sole e Cultura, quest’anno dedicata al tema “Libertà dei corpi e potere delle anime”, prosegue con una serata dedicate alla sfumature sentimentali.
Mercoledì 23 luglio (Villa Treville –ore 21,00) il regista Ferzan Ozpetek, autore di “Rosso Istanbul” (Mondadori), insieme alla caporedattrice Cultura e Spettacolo de “Il Mattino”, Titta Fiore, analizzerà l’amore che non conosce età, paese, tempo, ragione, differenze di sesso. Che sceglie e basta.
Tutto comincia una sera, quando un regista turco che vive a Roma decide di prendere un aereo per Istanbul, dov’è nato e cresciuto. L’improvviso ritorno a casa accende a uno a uno i ricordi: della madre, donna bellissima e malinconica; del padre, misteriosamente scomparso e altrettanto misteriosamente ricomparso dieci anni dopo; della nonna, raffinata «principessa ottomana»; delle «zie», amiche della madre, assetate di vita e di passioni; della fedele domestica Diamante.
Del primo aquilone, del primo film, dei primi baci rubati. Del profumo di tigli e delle estati languide, che non finiscono mai, sul Mar di Marmara. E, ovviamente, del primo amore, proibito, struggente e perduto. Ma Istanbul sa cogliere ancora una volta il protagonista di sorpresa. E lo trattiene, anche se lui vorrebbe ripartire. Perché se il passato, talvolta, ritorna, il presente ha spesso il dono di afferrarci: basta un incontro, una telefonata, un graffito su un muro.
Ferzan Ozpetek tratteggia una personale dichiarazione d’amore alla sua città: Istanbul. Rossa come i melograni, come i vecchi tram, come i carrettini dei venditori di simit, come certi tramonti sul Bosforo che mischiano lo scarlatto al blu, come lo smalto sulle unghie di una madre molto amata.
I passi del regista si incrociano con quelli di una donna. Sono partiti insieme da Roma, sullo stesso aereo, seduti vicini. Non si conoscono. Non ancora. Lei è in viaggio di lavoro e di piacere, in compagnia del marito e di una coppia di giovani colleghi. Ma a Istanbul può accadere qualcosa che cambierà per sempre la sua vita. Tra caffè e hamam, amori irrisolti e tradimenti svelati, nostalgia e voluttà, i destini del regista e della donna inesorabilmente si sfiorano e, alla fine, convergono. Una storia romantica, imprevista e nostalgica che racconta di un regista, di una città e di un ritorno.
A chiudere la rassegna giovedì 24 luglio (Villa Treville –ore 21,00) il regista Giuseppe Tornatore, il giornalista e scrittore Antonio Monda e lo scrittore noir Andrea G. Pinketts, analizzeranno le molteplici idiosincrasie dell’animo umano attraverso il racconto di voluttà nostalgiche.