Mercoledì 23 luglio (Villa Treville –ore 21,00) il regista Ferzan Ozpetek, autore di “Rosso Istanbul” (Mondadori), insieme alla caporedattrice Cultura e Spettacolo de “Il Mattino”, Titta Fiore, analizzerà l’amore che non conosce età, paese, tempo, ragione, differenze di sesso. Che sceglie e basta.
Tutto comincia una sera, quando un regista turco che vive a Roma decide di prendere un aereo per Istanbul, dov’è nato e cresciuto. L’improvviso ritorno a casa accende a uno a uno i ricordi: della madre, donna bellissima e malinconica; del padre, misteriosamente scomparso e altrettanto misteriosamente ricomparso dieci anni dopo; della nonna, raffinata «principessa ottomana»; delle «zie», amiche della madre, assetate di vita e di passioni; della fedele domestica Diamante.
Del primo aquilone, del primo film, dei primi baci rubati. Del profumo di tigli e delle estati languide, che non finiscono mai, sul Mar di Marmara. E, ovviamente, del primo amore, proibito, struggente e perduto. Ma Istanbul sa cogliere ancora una volta il protagonista di sorpresa. E lo trattiene, anche se lui vorrebbe ripartire. Perché se il passato, talvolta, ritorna, il presente ha spesso il dono di afferrarci: basta un incontro, una telefonata, un graffito su un muro.
Ferzan Ozpetek tratteggia una personale dichiarazione d’amore alla sua città: Istanbul. Rossa come i melograni, come i vecchi tram, come i carrettini dei venditori di simit, come certi tramonti sul Bosforo che mischiano lo scarlatto al blu, come lo smalto sulle unghie di una madre molto amata.
I passi del regista si incrociano con quelli di una donna. Sono partiti insieme da Roma, sullo stesso aereo, seduti vicini. Non si conoscono. Non ancora. Lei è in viaggio di lavoro e di piacere, in compagnia del marito e di una coppia di giovani colleghi. Ma a Istanbul può accadere qualcosa che cambierà per sempre la sua vita. Tra caffè e hamam, amori irrisolti e tradimenti svelati, nostalgia e voluttà, i destini del regista e della donna inesorabilmente si sfiorano e, alla fine, convergono. Una storia romantica, imprevista e nostalgica che racconta di un regista, di una città e di un ritorno.
A chiudere la rassegna giovedì 24 luglio (Villa Treville –ore 21,00) il regista Giuseppe Tornatore, il giornalista e scrittore Antonio Monda e lo scrittore noir Andrea G. Pinketts, analizzeranno le molteplici idiosincrasie dell’animo umano attraverso il racconto di voluttà nostalgiche.