Ciò al fine di denunciare l’incapacità, il menefreghismo e l’assoluta assenza della cura del bene comune da parte delle autorità preposte che determina la negazione del diritto alla mobilità per centinaia di migliaia di cittadini della fascia costiera vesuviana.
Vengono così frustrate le aspettative dei pendolari del lavoro e di chi, sopratutto in questo momento di grave crisi economica, avrebbe potuto, quantomeno, approfittare nel periodo estivo del treno vicino casa per trascorrere qualche ora di svago nelle località balneari del Cilento e della Calabria senza sobbarcarsi disagi e trasferimenti.
Un’occasione di partecipazione, di cittadinanza attiva al di sopra di qualunque connotazione politica, per rilanciare la mobilità sostenibile che vede nel treno un elemento centrale di opportunità e di sviluppo.