La kermesse letteraria Ischia libri d’A…Mare, ispirata al tema “Le forme del racconto”, inaugura la XIX edizione con una serata dedicata al gusto e alla passione. Dal 29 luglio al 25 Agosto 2014, Piazza Santa Restituta, a Lacco Ameno d’Ischia, si trasformerà in un salotto culturale ed accoglierà personaggi della televisione, della cultura e dello spettacolo che hanno contribuito alla trasformazione del nostro costume attingendo a molteplici forme del racconto. Realizzata con il patrocinio della Regione Campania, del Comune di Lacco Ameno, dell’Ente Provinciale per il Turismo di Napoli e dell’Azienda Autonoma di Cura, soggiorno e Turismo delle isole di Ischia e Procida, la kermesse sarà ospitata tra lo scenario di Piazza Santa Restituta ed i belvedere di alberghi noti al jet set internazionale come il Regina Isabella di Giancarlo Carriero, il Mezzatorre Resort di Alessandra di Lorenzo e il San Montano e Reginella della famigliaDe Siano, che ospiteranno grandi nomi del panorama culturale italiano.
La cucina è un atto d’amore, legato ai ricordi delle donne della sua famiglia che hanno mantenuto viva la tradizione, e conservato con forza il legame con il territorio. Martedì 29 luglio (Piazza S. Restituta –ore 21,30), Marisa Laurito, autrice del volume “Le ricette di casa Laurito” (Mondadori), insieme ai giornalisti Gianni Ambrosino e Gigi Marzullo, offrirà spunti golosi e a recuperare sapori dimenticati, suggerendo un uso sapiente degli avanzi di piatti cucinati precedentemente.
Venerdì 1 agosto (Piazza S. Restituta –ore 21,30) la rassegna prosegue con una serata dedicata alle nuove frontiere. Francesco Pinto, autore de “Il lancio perfetto” (Mondadori) e Domenico De Masi, autore di “Mappa Mundi” (Rizzoli), analizzeranno i tempi in cui a fronte di mezzi limitatissimi, la speranza, la determinazione spingevano i popoli a non avere paura, interrogandosi sulle categorie mentali che abbiamo ereditato dall’epoca industriale, provando a spiegare quell’esigenza sempre più evidente di un mondo nuovo consapevole e solidale, e l’urgenza di un nuovo modello di vita capace di orientare un progresso che, privo di regole e di scopi, risulta sempre più insensato.
I ricordi saranno invece il filo conduttore dell’incontro che mercoledì 6 agosto (Piazza S. Restituta –ore 21,30), vedrà ospite Giulio Scarpati, autore di “Ti ricordi la casa rossa?” (Mondadori) insieme al giornalista Gianni Ambrosino, ripercorrerà la storia della propria famiglia attraverso i ricordi della madre, affetta dal morbo di Alzheimer. Passando per le vicende del Giulio angelo biondo, ragazzino sempre obbediente, al quale si contrappone l’alter ego Giulio il pazzo, meno inquadrato e più artista, fino ai suoi primi lavori teatrali, il periodo di attivismo politico negli anni Settanta, l’avventura del cinema e il grande successo popolare di “Un medico in famiglia”. Venerdì 8 agosto (Piazza S. Restituta –ore 21,30), Willy Pasini, autore di “Libere a volte sfrontare” (Mondadori) e Andrea G. Pinketts autore di “Ho una tresca con la tipa nella vasca” (Mondadori), analizzeranno le contraddizioni dell’universo femminile.
Scaramanzia e napoletanità sarà il tema dell’incontro che martedì 12 Agosto (Piazza S. Restituta –ore 21,30), vedrà ospite Alfonso Celotto, autore de “Il dott. Ciro Amendola, Direttore della Gazzetta Ufficiale” (Mondadori). Insieme al giornalista Gigi Marzullo, l’autore darà forma ad un racconto sospeso tra il dramma kafkiano del cittadino intrappolato nella ragnatela delle leggi e un umorismo degno di Totò. Venerdì 22 Agosto (Piazza S. Restituta –ore 21,30), Valerio Massimo Manfredi, autore de “Il mio nome è Nessuno. L’Oracolo” (Mondadori) insieme ad Antonella Prenner, daranno vita ad una serata dedicata al mito. Riti annunciati da oscure profezie. Omicidi senza spiegazione per chi non abbia vissuto i giorni della rivolta studentesca e non conosca il segreto del vaso di Tiresia. La rassegna chiuderà i battenti lunedì 25 agosto (Piazza S. Restituta –ore 21,30), con Carla Fracci, autrice di “Passo dopo passo” (Mondadori). Una serata dedicata alle memorie di un’étoile tra i ruoli, le interpretazioni, le storie portate in scena con varietà estrema e sentimento esasperato, perché “il balletto ha un linguaggio più penetrante di quello teatrale, forse è proprio l’assenza della parola a renderlo tale“.