Sullo scoccare del tempo massimo concesso per l’iscrizione, arrivò la presentazione del Sorrento del cartaceo necessario per disputare il prossimo campionato nella serie D, dilettanti. Ovvio, era una presentazione di materiale incompleto che serviva ad allungare il brodo e prolungare alla dirigenza il tempo massimo per sfociare nella possibilità di presentare ricorso.
Infatti, la Co.Vi.So.D. ha respinto la iscrizione del Sorrento, in quanto mancava nella prima la quota economica necessaria per mettersi in riga con le altre e col regolamento. Lo sapevano i rossoneri e tutti i seguaci. I giorni seguenti alla presentazione on line del materiale necessario sono serviti per cercare investitori in grado di garantire la quota necessaria alla partecipazione del Sorrento nella serie D.
La commissione di vigilanza della serie D, da regolamento, chiede trentunomila euro a mo’ di polizza a garanzia. Nei giorni seguenti il famoso 11 luglio, D’Angelo, amministratore unico della società della penisola, s’è dato molto da fare per concretizzare il passaggio della proprietà dal Sorrento ai nuovi proprietari/investitori, Nicola Dionisio e Francesco Turco.
Del nuovo Sorrento farà ancora parte l’albergatore Diodato Scala che ha mantenuto il suo 3%, svelao invece chi si celava dietro le mosse di Dionisio e Turco. Per giorni si è ipotizzato che le loro mosse fossero volute da un gruppo d imprenditori napoletani, invece il nuovo patron della società rossonera è Massimo Chiappini, milionario romano, del tutto estraneo al mondo del calcio. I tifosi, purtroppo abituati a menzogne e poca serietà dai vertici della loro squadra, iniziano a chiedersi cosa spinga un ultrasettantenne disinteressato al mondo del calcio, stando alla carriera dello stesso, a lanciarsi in una impresa impegnativa come quella sorrentina.
Anna Di Nola