Aprea: attacchi personali da un Pd responsabile di instabilità e malgoverno

Ivan ApreaVOLLA – Con una nota stampa il consigliere della civica Verso il Futuro, Ivan Aprea, molto critico nei confronti della sua stessa maggioranza ed in particolare del sindaco Guadagno e del Partito Democratico di Volla, ha voluto rispondere al comunicato ufficiale diramato proprio dal Pd vollese nel quale era al centro di dure critiche. Di seguito il comunicato di Aprea:

“Come politici e amministratori siamo chiamati ogni giorno a confrontarci con una realtà in rapido cambiamento. Proprio l’attività politico-amministrativa, con i propri ritmi frenetici, con il continuo emergere di problemi contingenti, spesso rischia di limitare all’immediatezza, l’attenzione e l’impegno di chi è chiamato a praticarla, impedendo di pensare a una prospettiva più ampia, sia in termini temporali che valoriali. L’attività di amministratore pubblico senza una visione prospettica rischia di immiserirsi nella pratica quotidiana.

Credo che l’assunzione di responsabilità di governo ci carichi del compito di saper distinguere ciò che è bene da ciò che è male, e che la qualità più importante per un politico è quella di saper impegnarsi per la giustizia creando le condizioni per eliminare le diseguaglianze sociali. Sono consapevole che un politico cercherà visibilità senza la quale non potrebbe mai avere la possibilità dell’azione politica effettiva. Ma la visibilità deve sempre essere subordinata al criterio della giustizia, alla volontà di attuare e perseguire la giustizia sociale.

Tutti coloro che decidono di dedicarsi al servizio del bene pubblico, affinché la loro attività  non prescinda mai dal rispetto dell’uomo, non possono essere né compressi né tantomeno cancellati da una volontà politica, quand’anche fosse maggioritaria.

Esistono dei riferimenti etici che sono irrinunciabili, che riguardano il valore della persona, la sua libertà di pensiero, l’esercizio di una fede religiosa, il dovere di solidarietà verso le altre persone, specialmente quelle più deboli e bisognose, che in fondo rappresentano la motivazione più intima dell’agire politico.

Questi i riferimenti, i presupposti che mi hanno guidato fino ad oggi; questi i riferimenti e i motivi, a mio avviso, di una distinzione profonda tra forze politiche insane e quelle sane.

Ho tentato sempre di ricondurre il confronto su un piano politico a partire dalle critiche fatte, apertamente e con chiarezza, sulle scelte che il Pd intendeva imporre sul Puc, sulla linea che si è adottata sul “Decreto Sviluppo”, fino al documento politico sulla crisi, nel quale, esplicitamente e con lealtà, ho messo apertamente nero su bianco il mio pensiero politico su questa esperienza amministrativa.

Non sono stato ascoltato. Ho tentato di rivedere la mia posizione dando altro tempo al sindaco e al Pd per trovare una soluzione accettabile. La toppa che il sindaco, Pd e indipendenti intendono mettere è peggiore del buco. L’assessore che intendono nominare non aiuterebbe quest’amministrazione ad uscire dalla crisi profonda nella quale si trova, inoltre, trovo inaccettabile che una alleanza trasversale e momentanea tra alcuni consiglieri del Pd e alcuni indipendenti voglia ancora una volta imporre, ripeto imporre una scelta. In questo caso un certo tipo di ridistribuzione delle deleghe decidendo quali togliere e a chi, senza produrre in modo condiviso una confronto che in premessa valuti quali sono stati i limiti dell’azione amministrativa, perché le risposte ai problemi tardano a venire, dove risiedono le responsabilità.

L’attacco che il capogruppo del Pd e il segretario cittadino rivolgono a me e alla lista civica dipende dal fatto che ho sempre criticato un certo modo di intendere e praticare la politica. Non ho mai accettato, e intendo continuare a farlo, di dover subire imposizioni sulle scelte da adottare, che a mio avviso in una maggioranza vanno concordate, non imposte. Il Pd ha sempre preteso in virtù della sua forza numerica di dettare la linea politica al sindaco e al resto della maggioranza. Tutto questo è inaccettabile.

Vorrei però affrontare nel merito alcune questioni.

Il mio atteggiamento critico sulle vicende urbanistiche e sul Puc è stato determinato dal fatto che il Pd ha dimostrato dei forti limiti nel fare proposte reali sul futuro sviluppo della città. Si è sempre arroccato sulla difesa di posizioni che tendevano a dare risposte inadeguate, parziali e solo in riferimento all’aspetto edilizio. Le questioni più complesse che riguardavano il problema infrastrutturale, dei servizi, della viabilità, della rete produttiva per loro, nel piano, sono state sempre secondarie e marginali. Per me e la lista civica erano invece prioritarie. Così come era ed è prioritario non costruire case ma pezzi di città che abbiano la funzione di bilanciare gli squilibri esistenti tra il centro e la periferia. Su questi temi si è consumato un vero scontro, che per una certa fase ha prima ritardato e poi bloccato la redazione del piano.

Anche sul “Decreto sviluppo” le divergenze sono state considerevoli.

Il Pd ha sempre preteso che i permessi fossero rilasciati solo dopo l’approvazione del Puc. Anche io ero d’accordo.  Ma un ricorso al Tar, fatto dai proponenti, e il parere dell’avvocato amministrativista hanno imposto che i provvedimenti arrivassero in consiglio comunale. Bisognava assumere una decisione. Sindaco e Pd avrebbero potuto bloccare i provvedimenti non approvandoli, invece hanno scelto di votarli. Questo a mio avviso appare una enorme contraddizione in termini politici. Si annunciano delle volontà e poi si fa esattamente il contrario. La mia astensione sul voto è stata motivata, come tutti sanno, ma che capogruppo e segretario del Pd non dicono, dal fatto che il mio voto si è attestato seguendo il parere espresso dall’ingegnere capo e dal segretario generale, sia sugli emendamenti che sul provvedimento finale. Là dove il parere è stato contrario, come su quello riferito agli standard, mi sono astenuto. Quindi, non il parere dell’assessore, che nessun parere espresse, come artatamente riportano gli esponenti del Pd, ma il parere degli organi, in quel caso, di vigilanza e di controllo sugli atti amministrativi. Tutto questo è rilevabile dagli atti del consiglio comunale.

Fatto diverso, di carattere politico generale è il contenuto del documento sulla crisi che mi vede primo firmatario, che i miei detrattori tentano di ridurre alla questione etica, sulla quale ho espresso il mio pensiero all’inizio di questo comunicato.

Uno dei motivi principali dell’attacco sferratomi in queste ore riguarda l’analisi politica contenuta in quel documento, tutt’oggi valida, che dimostra quanto siano gravi le responsabilità del Pd d’instabilità e malgoverno.

Questa volta la macchina del fango messa in moto dal Pd attraverso il capogruppo e il segretario come risoluzione delle controversie politiche non lo salverà. Uno dei limiti della classe dirigente di questo partito risiede nel fatto di non essere capace di sostenere il confronto politico nel merito delle questioni e di mettere in moto meccanismi che tendono a demolire sul piano personale l’avversario di turno. Questi gli unici metodi di una classe dirigente squalificata e senza alcuna cultura politica ed amministrativa, che si rileva anche nell’incapacità di fare squadra tra gli stessi assessori, che invece di sostenersi a vicenda non perdono l’occasione per attaccarsi.

Il desiderio di collegialità espresso dal Pd non può essere solo annunciato, ma praticato. Fino ad oggi i comportamenti adottati vanno nella direzione opposta. Fino a quando non si vedrà un reale cambiamento di rotta il mio pensiero critico verrà espresso in ogni sede entrando sempre nel merito delle questioni.

In riferimento alla decenza del silenzio ritengo che a tacere dovrebbero essere coloro che limitano la discussione a fatti personali e non politici.

Il Capogruppo della Lista Civica “Verso il Futuro”

Ivan Aprea

 

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