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I killer cadono dalla moto: agguato fallito a Torre Annunziata

polizia torre annunziata

Sicari armati di mitraglietta e pronti a sparare. Poi uno scivolone, l’arma s’inceppa e l’agguato non va a buon fine. Un racconto che alcuni testimoni – presenti intorno alla mezzanotte di martedì in via Vittorio Veneto a Torre Annunziata – che non lasciano altre spiegazioni: la faida di camorra è ancora in atto, i clan si stanno riorganizzando e cercano di combattersi a suon di piombo.

Martedì sera il centro cittadino di Torre Annunziata sembra sia stato scelto per il set di un film western. Non ci sono cavalli, indiani o banditi, bensì due killer in sella ad una moto di grossa cilindrata e coperti da un fazzoletto bianco davanti al volto. Non ci sono pistole a tamburo, bensì una mitraglietta.

Sfrecciando tra le auto incolonnate, però, il motociclista alla guida commette un errore, sbanda e scivola. La vittima designata, a quel punto, si accorge che quei due sicari erano lì per lui, così si ravvede, si ripara e fugge. Per i due aspiranti killer c’è solo il tempo di recuperare la moto e fuggire, anche perché sembra che quella mitraglietta nella caduta si sia pure inceppata. Così, l’agguato viene sventato per un errore dei killer che stavano per sparare davanti a decine di testimoni, incuranti di bambini e innocenti
presenti in zona.

Il solito copione di una camorra spietata che non viene bloccata nemmeno dai numerosi e ripetuti blitz delle forze dell’ordine che
hanno portato in carcere decine di esponenti di rilievo dei vari clan che si contendono il territorio di Torre Annunziata. Gionta, Gallo-Cavalieri, Gallo-Limelli-Vangone: tutti sono in lotta per gestire il malaffare in città. Tradimenti e alleanze sono all’ordine del giorno, così come la pianificazione delle spedizioni mortali.

Su questo agguato fallito sono in corso le indagini dei carabinieri di Torre Annunziata, che stanno cercando di capire chi era il bersaglio scelto, i mandanti e gli aspiranti killer. L’ombra del latitante boss Aldo Gionta, la ricerca della vendetta dei Gallo-Cavalieri per l’omicidio di Maresca e i regolamenti dei conti interni ai Limelli-Vangone non fanno escludere alcuna pista agli inquirenti che, però, puntano in particolare sulla faida tra Valentini e Cavalieri che si “dividono” il territorio proprio lungo via Vittorio Veneto.

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