Scricchiola la roccaforte del clan Gionta: ordinato lo sgombero

palazzo fienga polizia

Scricchiola Palazzo Fienga, come scricchiola il potere criminale del clan Gionta. Siamo a Torre Annunziata e quell’edificio fatiscente al civico 46 di via Bertone è conosciuto da tutti: quella è la roccaforte della famiglia di don Valentino, il boss del clan Gionta.

Dal 2003, da quando un sopralluogo dei vigili del fuoco dichiarò il palazzo “a rischio di crollo”, è stato ordinato agli abitanti dello stabile di lasciare libero l’immobile da persone e cose “a salvaguardia della pubblica e privata incolumità”. In 11 anni, però, nessuno dei 25 nuclei familiari residenti lì ha mai abbandonato i propri alloggi. Certo, in tanti ora sono in carcere con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso, ma gli altri residenti non hanno mai lasciato la propria casa all’interno di palazzo Fienga.

Nei giorni scorsi, però, scortati da vigili urbani e polizia, sono giunti nell’edificio 4 esperti nominati dal Tribunale di Torre Annunziata su richiesta del Comune per relazionare sull’agibilità dello stabile. L’equipe, diretta dall’ingegnere Vittorio De Riso (professore dell’Università di Benevento), dovrà decidere se quel palazzo va sgomberato ed abbattuto, oppure semplicemente ristrutturato. Già, le ruspe sembrano essere la soluzione più gradita alle istituzione, viste le prescrizioni inviate al sindaco Giosuè Starita dal Prefetto di Napoli Antonio Musolino, dopo la relazione della Commissione d’Accesso che non ha sciolto l’Amministrazione comunale oplontina poiché non asservita al potere camorristico.

Però, nella lista di prescrizioni, alcune ancora top secret, affidate nelle mani del primo cittadino di Torre Annunziata, c’è anche la richiesta esplicita di controllare quell’edificio, di farlo sgomberare e all’occorrenza buttarlo giù.

Abbattere Palazzo Fienga significherebbe eliminare un punto di forte degrado dal quartiere noto come Quadrilatero della Carceri, e nel contempo cancellare un edificio storico, sì, ma che da oltre trent’anni rappresenta semplicemente il potere criminale di una sanguinaria famiglia camorristica.
Per conoscere le sorti di palazzo Fienga serviranno almeno 10 giorni: prima di Ferragosto, infatti, è attesa sul tavolo del sindaco Starita la relazione degli esperti che dirà se lo stabile sia ancora agibile, se sia da abbattere, oppure se abbia bisogno di altri interventi. A pochi passi da via Bertone, poche settimane fa il maltempo ha scaraventato al suolo diversi cornicioni, in un quartiere sempre più degradato e dove i residenti mal tollerano la presenza dello Stato.

Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano
Condividi
PrecedenteGuadagno: “Abbiamo fatto tanto per Volla, ma sono pronto ad andare a casa
SuccessivoNasce l’osservatorio permanente sui rifiuti a Torre del Greco
Il giornale “il Gazzettino vesuviano”, fondato nel 1971 da Pasquale Cirillo e attualmente diretto da Gennaro Cirillo, si interessa principalmente delle tematiche legate al territorio vesuviano e campano; dalla politica locale e regionale, a quella cultura che fonda le proprie radici nelle tradizioni ed è alla base delle tante associazioni e realtà che operano sul territorio.Siamo impegnati a garantire la massima qualità e la massima integrità nel nostro lavoro giornalistico. Ci impegniamo a mantenere alti standard etici e professionali, evitando qualsiasi conflitto di interesse che possa compromettere la nostra indipendenza e la nostra imparzialità.Il nostro obiettivo è quello di fornire ai nostri lettori notizie e informazioni affidabili su una vasta gamma di argomenti, dalle notizie di attualità ai reportage approfonditi, dalle recensioni ai commenti e alle opinioni. Siamo aperti a suggerimenti e proposte dai nostri lettori, e ci impegniamo a mantenere un dialogo aperto e costruttivo con la nostra community.