Sequestrata fabbrica abusiva a Casal di Principe, nascondeva un bunker

bunker

I Carabinieri hanno scoperto a Casal di Principe sei lavoratori irregolari e denunciato due persone. Nell’operazione è stata sequestrata una fabbrica completamente abusiva per il confezionamento di olii lubrificanti per motori.

Nello stabile,nel 2008, era stato scoperto un piano interrato, adibito a “bunker” (non più utilizzato), con un monolocale abusivo e un bagno, collegati con una pertinenza dell’immobile con un corridoio sotterraneo lungo circa 25 metri e largo due metri.

Nello stabile, inoltre, i Carabinieri hanno trovato un apparecchio utilizzato per rilevare la presenza di microspie. Il proprietario dell’immobile, originario e residente a Casal di Principe – hanno reso noto i Carabinieri – non ha fornito i documenti con le autorizzazioni per i locali interrati ed è stato denunciato per “abusivismo edilizio”.

Il gestore della fabbrica, affittuario dell’immobile, è stato denunciato per “frode in commercio e violazione normativa in materia di lavoro”. Sono in corso indagini per accertare la provenienza degli olii confezionati illegalmente nella fabbrica e la loro destinazione sui mercati e l’eventuale uso del nascondiglio per la latitanza di camorristi locali.

Ad utilizzarlo potrebbe essere stato Giuseppe Setola, capo dell’ala stragista del clan di camorra dei Casalesi, detenuto nel carcere di Milano-Opera e condannato definitivamente a otto ergastoli per 15 omicidi, il bunker era stato ricavato nel seminterrato della fabbrica.

L’immobile si trova in via Fellini, a poche decine di metri da quella che era l’abitazione di Setola, separato da quest’ultima solo da un altro stabile. L’ipotesi dei Carabinieri sembra essere sostenuta dal fatto che il proprietario dell’immobile, pur non avendo precedenti penali, è figlio di un soggetto coinvolto nel maxi-processo Spartacus, nel quale era imputato Setola.

I Carabinieri guidati da Michele Centola stanno cercando anche di ricostruire il modo in cui si sviluppava il business degli oli per motore; al momento del blitz nell’industria non autorizzata c’erano migliaia di confezioni di latta da riempire. I Carabinieri stanno verificando l’ipotesi secondo la quale l’olio veniva acquistato in Germania e portato a Casal di Principe dove, dopo il confezionamento, veniva apposto il marchio contraffatto di note compagnie e venduto a prezzi di gran lunga inferiori a quelli degli “originali”.

Gli investigatori non escludono che la camorra potesse imporre l’acquisto in zona.

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