, mai“Il titolo di una commedia di William Shakespeare “Molto rumore per nulla” fotografa alla perfezione la vicenda del fondo Amedeo Maiuri. Si continua impropriamente a parlare di sfratto, quando in realtà questo non c’è mai stato. Il fondo occupa quasi completamente il secondo piano del palazzo comunale, mentre l’ente paga più di 25mila euro di fitti mensili per dare collocazione ad altri uffici che potrebbero trovare posto a palazzo de Fusco. Per questo motivo e solo per questo motivo, la mia amministrazione ha chiesto al professor Pappalardo di lasciare i locali in attesa di una nuova collocazione”.
A parlare è il primo cittadino di Pompei, Nando Uliano, che commenta così la querelle nata intorno alla collocazione del fondo del famoso archeologo, Amedeo Maiuri, oggetto negli ultimi tempi di un presunto sfratto.
“Lì dov’è il fondo non è tutelato – continua il sindaco Uliano – Proprio perché ne riconosciamo il valore siamo consapevoli che il secondo piano del Comune non è adatto ad ospitare il fondo, perché non è accessibile a cittadini e studiosi – anche perché vincolato agli orari di apertura del palazzo (e il registro dei visitatori lo conferma) – e perché non vi è alcun tipo di sistema di sorveglianza.
Il fondo merita di stare in un luogo consono e abbiamo già individuato diverse sedi che subito dopo la pausa estiva verranno esposte anche al professor Pappalardo nel corso di una riunione. Anche la soprintendenza archeologica di Pompei ha manifestato la propria disponibilità a trovare una collocazione al fondo ed è un’ipotesi che prenderemo in considerazione, nonostante preferiremmo che la biblioteca Maiuri restasse sul territorio cittadino.
Anzi c’è di più. È volontà di quest’amministrazione creare un museo cittadino legato agli scavi archeologici dove ospitare mostre e reperti e quale migliore collocazione potrebbe desiderare il Suor Orsola Benincasa? Certo i tempi non sono rapidissimi, ma siamo già al lavoro con il soprintendente Massimo Osanna per accelerare sulla tabella di marcia. Nel frattempo, il fondo resta dov’è nonostante la “lettera di sfratto”. Il polverone sollevato non è giustificato, anzi, oserei dire che è molto strumentale visto che non abbiamo alcuna intenzione di oscurare il fondo Maiuri, ma piuttosto di valorizzarlo facendolo conoscere non solo ai cittadini di Pompei ,che per anni ne hanno ignorato completamente l’esistenza, ma anche a turisti e studiosi di tutto il mondo.
La proprietà, ovviamente, resta nelle mani dell’Istituto Universitario che è libero di portate questo patrimonio di ricchezza all’estero, ma non scaricasse su altri, però, il peso delle proprie decisioni”.