E’ evidente che la bonifica sia la “condicio sine qua non” per il recupero, la riqualificazione e la realizzazione di concreti progetti di sviluppo per Bagnoli-Coroglio. Chi investirebbe infatti se non fosse stata attuata una seria bonifica?
Appare inoltre palese, che vista la complessità della questione e la natura di interesse nazionale del sito è indispensabile che il governo di Matteo Renzi coinvolga rigorose competenze scientifiche.
Vi è la necessità attraverso la bonifica dei suoli e dei fondali di recuperare la risorsa mare per la collettività e di renderla un fattore di sviluppo e di crescita. Cogliere la centralità della risorsa mare risolverebbe anche la disputa della colmata, che andrebbe rimossa in base alle normative vigenti, e il cui materiale potrebbe essere impiegato per realizzare indispensabili banchine e darsene per l’estensione del porto di Napoli come chiedono da tempo gli operatori del settore.
Vi sono già 48 milioni di euro disponibili, ma altre risorse possono essere reperite nei prossimo anni dal capitolato sulle bonifiche per il Mezzogiorno del Ministero dell’Ambiente, da un utilizzo efficiente dei fondi europei e da quello delle Infrastrutture visto il coinvolgimento del porto.
L’economia del mare, nelle sue diverse forme, dal turismo ai traffici portuali, deve diventare una direttrice di sviluppo per la città metropolitana di Napoli.