Ancora crolli strutturali, ancora immondizia , ancora degrado a Napoli: cosa aspetti il sindaco Luigi de Magistris ad ammettere il clamoroso fallimento di una approssimativa gestione comunale durata “anche troppo” proprio non si comprende.
Bagnoli ridotta ad area priva dei più elementari servizi sociali, inquinata sino all’inverosimile e quel che è peggio sistematicamente teatro di violazioni vergognose della legalità sotto gli occhi degli stessi tutori dell’ordine.
La periferia partenopea è abbandonata a se stessa: eppure la gente di Napoli continua a spendere fior di quattrini per seguire la squadra di calcio locale come se le “gesta” dei beniamini del pallone potessero in qualche modo compensare decenni di privazioni economiche e civili.
E’ riduttivo chiudere al questione con l’inflazionata tesi che il calcio è gestito da privati e che ognuno può disporre del proprio denaro (ovviamente) come vuole: qui si tratta di non poter contare al contrario su una coscienza comunitaria che dovrebbe unificare la città in un cammino di bonifica territoriale tale da restituire immagine e credibilità internazionale alla stessa non puntando esclusivamente sul calcio. Basta con i rapina rolex, con i turisti aggrediti per pochi monili d’oro, con i quartieri dormitorio trasformati in piazze di spaccio o roccaforti per la malavita organizzata.
Bagnoli, Via Gianturco, Scampia, Secondigliano, Ponticelli, Barra sono popolate da tanti onesti cittadini e a questi onesti contribuenti deve essere rivolta l’attenzione delle istituzioni. Il resto è retorica spicciola: Napoli è oggi come ieri divisa in ricchi e poveri, in potenti e deboli, in figli di papà e orfani. Bella e dannata la città chiede aiuto e lo fa proprio dai sobborghi più nascosti, da quelle periferie che ospitano tanti fiori genuini di quella napoletanità che tutto il mondo, nonostante tutto, continua ad invidiarci.
Alfonso Maria Liguori