Bagnoli ridotta ad area priva dei più elementari servizi sociali, inquinata sino all’inverosimile e quel che è peggio sistematicamente teatro di violazioni vergognose della legalità sotto gli occhi degli stessi tutori dell’ordine.
La periferia partenopea è abbandonata a se stessa: eppure la gente di Napoli continua a spendere fior di quattrini per seguire la squadra di calcio locale come se le “gesta” dei beniamini del pallone potessero in qualche modo compensare decenni di privazioni economiche e civili.
E’ riduttivo chiudere al questione con l’inflazionata tesi che il calcio è gestito da privati e che ognuno può disporre del proprio denaro (ovviamente) come vuole: qui si tratta di non poter contare al contrario su una coscienza comunitaria che dovrebbe unificare la città in un cammino di bonifica territoriale tale da restituire immagine e credibilità internazionale alla stessa non puntando esclusivamente sul calcio. Basta con i rapina rolex, con i turisti aggrediti per pochi monili d’oro, con i quartieri dormitorio trasformati in piazze di spaccio o roccaforti per la malavita organizzata.
Bagnoli, Via Gianturco, Scampia, Secondigliano, Ponticelli, Barra sono popolate da tanti onesti cittadini e a questi onesti contribuenti deve essere rivolta l’attenzione delle istituzioni. Il resto è retorica spicciola: Napoli è oggi come ieri divisa in ricchi e poveri, in potenti e deboli, in figli di papà e orfani. Bella e dannata la città chiede aiuto e lo fa proprio dai sobborghi più nascosti, da quelle periferie che ospitano tanti fiori genuini di quella napoletanità che tutto il mondo, nonostante tutto, continua ad invidiarci.
Alfonso Maria Liguori