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Bagnoli, tra incuria e degrado nulla è cambiato

bagnoli_napoliNulla è cambiato nella periferia di Napoli dalla visita lampo del premier Renzi a Bagnoli : di male in peggio si susseguono gli eventi per una terra violentata da politiche industriali scellerate, profondamente insudiciata dall’inciviltà di chi ha trasformato la scogliera di via di Pozzuoli a Bagnoli in un ricettacolo di ratti e blatte, di chi si crede di poter violare indisturbato la legge somministrando senza alcuna autorizzazione alcolici su arenili che si affacciano a tratti costieri non balneabili noleggiando sempre illegalmente ombrelloni e sdraio , il tutto a neanche cento metri dal commissariato di polizia di Bagnoli.

Di denunce nemmeno a parlarne : tracolla “Bagnoli presente” sulle ceneri della “Bagnoli passata” sognando una “Bagnoli futura” che mai si farà.

Faccia attento esame di coscienza il sindaco di Napoli Luigi De Magistris soprattutto nei confronti della periferia , l’uomo di legge che in periodo elettorale sbandierava ai quattro venti ideologie riformiste da mettere in essere per risanare un sistema amministrativo becero e datato nei confronti della comunità partenopea e che invece a cinque anni dall’insediamento nel palazzo di città ha prodotto poi ben poco di buono per Napoli.

Questa terra bella e dannata dove da sempre sacro e profano si rincorrono in un dualismo senza limiti sociali , dove l’azzurro del golfo si tinge di mercurio e delle più nocive sostanze chimiche per anni illegalmente confluite in uno degli specchi d’acqua più suggestivi del Mediterraneo.

Patria di scrittori, matematici , artisti e fucina al tempo stesso della peggior risma di malfattori capaci di imporre il pizzo persino alle bancarelle ambulanti e di sciacallare sulla miseria della povera gente.

A Napoli per contare devi “appartenere” a casati importanti, alla massoneria stessa o al crimine organizzato. Il resto, le briciole, sono concesse alle persone comuni in un’eterna lotta tra poveri che macchia vergognosamente l’immagine e la credibilità di Napoli.

Alfonso Maria Liguori

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