Sconfitta clamorosa, amara, deprimente della legalità e del vivere nella periferia di Napoli

davide-bifolcoTermina nel peggior dei modi la parentesi estiva per Bagnoli, San Giovani a Teduccio, Scampia, Barra, Ponticelli, Rione Traiano: quartieri dormitorio, abbandonati dalle istituzioni in cui ancora si muore a diciassette anni per aver sfidato da soli la cinica e spietata logica della vita.

Davide Bifolco, drammatico emblema di questo degrado senza fine, vittima giovanissima di un sistema sociale bacato e corrotto alla radice, ha violato le “regole” opponendosi al legittimo alt  impostogli dalle uniformi di Stato. Il drammatico epilogo della vicenda è la fredda rappresentazione di come cittadini e istituzioni possano divenire mortali nemici annientandosi nel caotico vortice dell’inciviltà e del regresso socio culturale.

La magistratura farà luce sui fatti ma l’episodio ha comunque scritto un’altra pagina nera nella già tormentata storia di Napoli. Dove viveva Davide, con quali sostegni sociali e con quali prospettive: questo dovremmo chiederci invece di puntare il dito contro un ragazzo adolescente o contro l’apparente carnefice che probabilmente si è trovato solo, impaurito dal contesto in cui operava a mal gestire la responsabilità insita negli alamari che indossava.

La famiglia del giovanissimo Davide Bifolco chiede giustizia: in nome di questa sacra rivendicazione appaiono intollerabili e ingiustificabili atti di rappresaglia nei confronti delle uniformi di Stato uniche vere difese per ogni onesto contribuente.

E’ indispensabile l’intervento diretto, è opportuno ribadirlo, del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che figlio di questi luoghi ben conosce le difficoltà quotidiane di chi ha avuto la “sfortuna“ di nascere e crescere in blocchi di cemento a cui solo Dio guarda da sempre con comprensione e amore.

Alfonso Maria Liguori

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