Ad oggi la situazione non sembra essere cambiata di un millimetro, anzi, nonostante i tanti solleciti la spazzatura abbandonata nel terreno di via Calvanese continua ad aumentare. Martedì 9 settembre un gruppo di attivisti del M5S , di concerto con i circa 250 cittadini residenti nei pressi dell’Area Depuratori si sono recati alla Procura della Repubblica di Nocera Inferiore per presentare un dossier contenente una corposa documentazione, corredata da riprese fotografiche e video, inerenti l’annoso problema dei rifiuti che affligge via Calvanese e via Ferraris e che coinvolge i comuni di Scafati, Santa Maria la Carità, Pompei e Sant’Antonio Abate.
Considerata la frequenza dei roghi e l’abbandono continuato di spazzatura, soprattutto proveniente da cantieri edili, gli attivisti grillini suppongono che dietro questi fenomeni criminali si possa nascondere l’illegale smaltimento di rifiuti da parte delle imprese edili, che diversamente sarebbero costrette ad impegnare cospicui fondi per il corretto smaltimento; a questo si aggiunga l’indecoroso abbandono, sulle strade e sui viottoli, di rifiuti urbani da parte di cittadini incivili. A rendere ancor più grave il problema, è la condizione della strada, impraticabile perché priva del manto di asfalto, priva di illuminazione e, per diverse famiglie, l’unica che possa accedere al proprio comune di residenza e che, nei giorni di pioggia, diventa veramente di difficile percorribilità.
“Le istituzioni competenti hanno il dovere l’obbligo giuridico di evitare simili situazioni, queste le dure parole di accusa degli attivisti congiunti mediante la semplice rimozione quotidiana dell’immondizia, evitandone l’accumulo ed effettuando un’adeguata sorveglianza sul territorio”.
Per tali motivi sono stati ufficialmente invitati gli enti preposti ad agire con sollecitudine al fine di una rapida definizione delle procedure amministrative, per dar seguito alla ordinanza con la quale il Sindaco di Scafati Pasquale Aliberti, in data 13 agosto, ha ordinato la bonifica e la messa in sicurezza dell’area, agli enti che detengono il possesso dell’area.
Sono stati altresì invitati i comuni interessati, che confinano con l’area in questione, ad adottare tutti i provvedimenti a tutela della salute umana, ciascuno interessando ARPAC ed ASL al fine di effettuare la verifica della sussistenza di eventuali inquinamenti alle matrici biologiche e alle falde acquifere ed alle colture.
“Non possiamo che sperare nell’azione giudiziaria per vedere salvaguardati il diritto alla salute, alla vivibilità e alla giustizia”, affermano i residenti provocando tale risposta da parte dei pentastellati: “Sono evidenti le inefficienze delle amministrazioni dei Comuni, interessatisi più volte alla problematica attraverso la convocazione di riunioni, conferenze e tavoli tecnici ma che oltre a chiacchiere, verbali, ‘diremo e faremo’, altro non sono stati in grado di produrre, palesando solo la loro incompetenza e l’incapacità di giungere a risultati concreti. La politica é stata assente ed evasiva nei confronti di una problematica che affligge migliaia di cittadini della zona, che, come la gran parte dei cittadini che vivono nelle periferie cittadine, vengono giuridicamente riconosciuti e socialmente considerati, solo durante le tornate elettorali.
Riuscirà, almeno la giustizia penale a mettere un punto a questo scempio e a porre rimedio alle gravissime inadempienze e incompetenze di chi si é fatto carico amministrativo-politico di gestire la cosa pubblica?
Non ci resta che attendere!”
Raffaele Cirillo