Terme di Stabia: “L’aiuto dal Quirinale ignorato dal Comune”

terme di stabia«Gli uffici del Quirinale hanno contattato il Comune per riaprire le Terme di Stabia. Perché la proposta è stata tenuta nei cassetti senza darne conto alla città?». È l’accusa contenuta in una nota diffusa nelle scorse ore dalla «Cooperativa Stabiae Thermae» formata da diversi lavoratori della partecipata Terme di Stabia. Il comunicato a firma del presidente della cooperativa Catello De Simone ripercorre gli ultimi mesi della vertenza, sottolineando l’interessamento da più parti per la salvaguardia dei complessi stabiesi.

Bisogna ricordare che i due stabilimenti termali sono attualmente chiusi e in ristrutturazione grazie a fondi regionali: la società è in liquidazione e perciò l’amministrazione per evitare il fallimento ha predisposto un piano di concordato che il Tribunale di Torre Annunziata ha già dichiarato ammissibile. La parola ora spetta ai creditori di Terme che ad ottobre saranno chiamati a sottoscrivere il piano. Il Municipio nel frattempo sta predisponendo due bandi: uno per la gestione temporanea, l’altro per la privatizzazione di Terme.

cuomoQuest’ultima prevede la gestione dei due complessi con un sistema di premialità per le imprese che assumeranno i lavoratori della partecipata in liquidazione. Il bando dovrà essere pronto per marzo 2015. Da ricordare poi, che i tecnici dell’Ente stanno predisponendo una relazione sulla «malagestio» degli ultimi anni da inviare alla Corte dei Conti.

Qualche mese fa le condizioni terribili in cui versavano le strutture, documentate da più inchieste giornalistiche, hanno portato molti stabiesi non residenti a porre la questione Terme e il suo enorme patrimonio sorgentizio all’attenzione delle più alte cariche dello Stato, tra le quali la Presidenza della Repubblica.

«Nel vedere lo stato penoso in cui è ridotta la struttura – ha scritto non molto tempo fa un ammiraglio in pensione della Marina Militare in una lettera riportata da numerosi quotidiani – ho provato un gran dolore e nel contempo una gran rabbia perché non credo che una ricchezza del genere possa essere dimenticata e lasciata in abbandono. Io la ricordo come la migliore delle sedi di cura con acque termali, anzi l’unica in Italia, (e forse in Europa) per i tanti tipi di acque minerali sgorganti sul posto e valide per la cura di moltissime patologie».

Una mobilitazione che, secondo la Cooperativa Stabiae Thermae, non sarebbe rimasta inascoltata. «Abbiamo ricevuto notizie – ha spiegato il presidente De Simone nella nota diffusa ieri – sul fattivo interessamento da parte della responsabile Beni Culturali del Quirinale Daniela Lattanzi. Stigmatizziamo perciò ancora una volta ilomportamento distaccato ed approssimativo dell’amministrazione comunale. Quest’ultima, pur se compulsata da autorevoli rappresentanti, non ha ritenuto opportuno divulgare tale interessamento.

L’obiettivo era riportare all’antico splendore ed all’immediata apertura lo storico stabilimento termale, patrimonio di sicuro interesse culturale e sorgentizio. La Cooperativa – ha continuato De Simone – ha prodotto ed inviato istanze indirizzate al sindaco Nicola Cuomo e al commissario liquidatore Fulvio Sammaria, con le quali si è richiesto l’affido provvisorio dello stabilimento al fine di riprendere a stretto giro le attività aziendali e tutelare le maestranze tutte».

A parlare di indiscrezioni provenienti da Palazzo Farnese nei mesi scorsi è stato anche il consigliere comunale di Sel Giuseppe Giovedi. «Chiediamo di sapere – hanno scritto in un’interrogazione i vendoliani – se dal Governo nazionale sono mai state inviate comunicazioni al Comune di Castellammare relative a possibili ipotesi e a possibili soluzioni da perseguire per la questione Terme. Se sì, per quali ragioni non ne è stata data notizia ai lavoratori, ai sindacati e allo stesso consiglio comunale». A rispondere ai quesiti e a fare luce sulla vicenda potrebbe essere proprio il sindaco Nicola Cuomo nelle prossime ore.

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