Alla ripresa del campionato gli azzurri di Benitez si presentano al Friuli di Udine in una formazione largamente rinnovata rispetto a quella vittoriosa in Europa League per opera dello Sparta Praga. L’allenatore spagnolo ripresenta Britos sull’out di sinistra e Maggio sulla corsia opposta. In mediana due lottatori, Gargano e David Lopez. Due mediani a protezione di un trittico d’attacco composto di Zuniga sull’out di destra, Insigne sull’altro fronte e Michu a presidiare la zona centrale alle spalle del Pipita Higuain.
Un Napoli certamente rinnovato in vista degli impegni ravvicinati. Benitez dà fiducia in mediana all’ultimo arrivato, ma la sua posizione e il suo modo di giocare sono più adatti per un centrocampo composto di tre calciatori. La prima parte scorre via in modo non esaltante, mancano gli uomini che dettano il passaggio e che infiammano le giocate. Zuniga che il tecnico predilige come esterno d’attacco è un pesce fuor d’acqua, abulico soprattutto nella prima frazione di gara. Il primo tempo termina a reti inviolate e c’è da registrare una sola parata del portiere ospite al 29° su conclusione di Michu e un pallone calciato dal limite da Gargano che accarezza il palo, poca roba in quarantacinque minuti. Nella seconda frazione nulla cambia dal punto di vista degli uomini e dal punto di vista tattico.
Un Napoli molto prevedibile senza un uomo d’ordine che subisce su palla inattiva il vantaggio dell’Udinese. In teoria bisognerebbe attendersi la reazione partenopea ma quella rabbia calcistica che dovrebbero partire dal proprio condottiero, non c’è. I cambi della disperazione non mutano il risultato. Il Napoli è in preda ad una vera e propria crisi d’identità, è pur vero che siamo alla terza giornata di campionato, ma tutte quelle belle parole dette a inizio stagione dovrebbero far riflettere qualcuno.
Abbiamo affrontato solo Chievo e Udinese nessuna big e la squadra friulana vista oggi è veramente poca roba, ma forse poca roba era solo il Napoli targato Benitez.
Nando Zanga