Infine – concludono – andremo incontro a delle lungaggini burocratiche con la Provincia in un momento di transizione, quando invece sarebbe necessario fare presto e bene prima che subentri la città metropolitana e disconosca gli impegni assunti”. Per questo motivo, il gruppo consiliare democrat ha chiesto a Cimmino “di lavorare insieme, per trovare una soluzione più rapida che accontenti tutti e metta al primo posto l’esigenza di realizzare il museo della pasta senza dare spazio a sentimenti di rivalsa, senza ridimensionare quei pochi luoghi di aggregazione e socializzazione presenti in città”. Un appello che, tuttavia, sembra non essere condiviso dalla maggioranza, che va avanti con il nuovo progetto. “Il museo si farà a piazza San Leone, nei locali oggi occupati dai frati agostiniani scalzi – afferma il sindaco Cimmino -. Non possiamo rischiare di perdere definitivamente il finanziamento da un milione di euro stanziato dalla Provincia, oggi più che mai a rischio. Per quanto riguarda invece le preoccupazioni relative ai luoghi di socializzazione – continua -, abbiamo trovato una sintesi che accontenta tutti.
La Provincia acquisirà l’intero primo piano della struttura che diventerà la sede del museo. Ai ragazzi della parrocchia, invece, destineremo i locali del piano terra, come già deciso insieme al parroco don Luigi Milano”. La querelle coinvolge anche il centrodestra, che chiede un consiglio comunale straordinario sull’argomento. “Si tratta di prendere una scelta di fondamentale importanza per lo sviluppo della città – afferma Roberto Attanasio, consigliere in quota Ncd -. Siamo pronti a collaborare con la maggioranza su questo progetto, ma c’è bisogno di avviare un sereno e pacato confronto su una questione che tira in ballo il futuro di Gragnano”. Il nuovo museo potrà contare su attrezzature polifunzionali, padiglioni espositivi, un’arena all’aperto, punti ristoro, parcheggi e un collegamento pedonale con via Veneto. “Sarà un modo efficace – concludono i rappresentanti della maggioranza – per rievocare le antiche tradizioni cittadine legate alla produzione della pasta”. Un prodotto che, intanto, continua a riscuotere apprezzamenti su scala nazionale e internazionale. Il pacchero di Gragnano ha vinto infatti il premio della rivista “Il Gambero Rosso”, conquistando il panel specializzato con il primo premio condiviso da due aziende cittadine. Il prodotto è stato definito “l’incarnazione dello schiaffone napoletano, grande, perfetto e vigoroso”. Un riconoscimento importante per la “regina della tavola”, che negli ultimi due anni ha registrato (grazie all’attività dei 15 pastifici cittadini) un incremento di produzione di circa il 12%, abbattendo per la prima volta la barriera del 10% della produzione nazionale.
Francesco Fusco