San Vito Lo Capo: torna il festival del cous cous

cous_cous_fest_2014Da martedì 23 a domenica 28 settembre a San Vito Lo Capo, cittadina sulla costa tirrenica in provincia di Trapani, torna il festival del Cous Cous, piatto ricco di storia e contaminazione tra i popoli. L’evento organizzato dal Comune ha il merito di riunire intorno a dei tavoli israeliani e palestinesi, cristiani e musulmani.
Per la XVII edizione scenderanno in campo Chef stellati di dieci Paesi, Marocco, Tunisia, Libia, Costa d’Avorio, Senegal, Israele, Palestina, Italia, Francia, USA e si sfideranno nel preparare una trentina di ricette a base del famoso piatto di semola di grano cotta a vapore e servito con verdure, legumi, aromi e spezie, carni o pesce che varia dalle diverse etnie. Il pubblico avrà la possibilità di degustare i piatti proposti, in abbinamento ai migliori vini siciliani.

Una giuria tecnica, composta da giornalisti, chef ed esperti di enogastronomia e presieduta da Paolo Marchi, ideatore e curatore di Identità golose, assegnerà, domenica il premio Miglior Cous Cous giuria tecnica e anche due premi speciali. In anteprima scuola di cucina e durante le serate incontri culturali, talk show, seminari, musica e concerti nel segno della multiculturalità.
La location, borgo di pescatori, definito “lembo d’Africa in Sicilia” da un corrispondente di un giornale francese, nella baia di capo San Vito e la punta di Sòlano, tra le riserve naturali di Monte Cofano e dello Zingaro, all’estremità della penisola che chiude a ponte il golfo di Castellammare, sarà invasa nei sei giorni di eventi da aficionados e cuochi provenienti dai Paesi dove il Cous Cous regna sovrano, portato anche dalle nostre parti dagli arabi.

Nato come piatto povero, il cous cous è preferibile con il pesce e la ricetta trapanese prevede, anguille, scorfani, dentici, cernie, mandorle e zafferano. La prelibata pietanza nelle ricorrenze non può mancare sul desco dei nordafricani e in molti paesi del Mediterraneo. In alcuni paesi del Magreb il cus cus considerato piatto tradizionale è cotto più volte con carne e verdure con aggiunta di mandorle, cannella e zucchero. In Marocco con pesce in salsa agrodolce, uvetta e tipolle. Il nome africano è seksu in berbero e kuskus in arabo magrebino.
In voga presso gli imazighen, il popolo delle montagne e delle valli del Nordafrica, il cous cous si è diffuso in breve in altre parti del mondo. Con i cereali che coltivavano, il frumento, ma soprazzutto l’orzo, il miglio e il sorgo, i “berberi” preparavano “pappe” con acqua o latte e con la cottura a vapore ebbe un altro sviluppo, tanto da comparire nei resoconti dei viaggiatori nel Magreb.
Nelle varie location, saranno presentati: La Casa del cous cous del Mediterraneo, in cui si potranno gustare i deliziosi piatti preparati secondo le ricette tipiche dei paesi rivieraschi. Ad essa si affiancheranno, la Casa del cous cous trapanese e del Magreb, la casa del cous cous sanvitese e la casa del cous cous dal mondo.

Mario Carillo

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