Addio di una legenda dell’Ufc: Wanderlei Silva si ritira

WandIl 19 settembre 2014 su canale Youtube ufficiale di Wanderlei Silva una interessante dichiarazione del campione annunacia il proprio ritiro dalle MMA e parla dell’UFC e del loro mancato rispetto per gli atleti. Pesanti parole dette da un campione degli sport da combattimento.
“Essere un combattente è stata una esperienza incredibile.
La prima volta in cui ho messo piede in un ring non ero nessuno, ma pochi minuti dopo la folla già mi acclamava. E’ stata un’immensa emozione. Una sensazione che non avevo mai provato nella mia vita.
Dopo quella volta, ho realizzato che quella era la mia strada e ciò che amavo fare, perciò ho intrapreso questo percorso con le massime motivazioni, conscio di quello che avrei fatto nella vita.
Combatto ormai da 20 anni e ho 49 incontri professionistici. In ognuno di questi 49 match le persone sapevano che quando Wanderlei Silva entra li dentro inizia l’azione. Quando entro li dentro, puoi aspettarti un tipo di incontro che solo Wanderlei Silva può offrirti, ma il mio stile di combattimento ha un prezzo da pagare.

Ho subito moltissimi infortuni e operazioni ed alcuni di questi infortuni sono permanenti; non guariranno mai completamente.
Se sei un atleta professionista di qualunque sport, sai che avrai sempre a che fare con dolori alle ginocchia, alle anche, alle mani. Ora sto pagando il prezzo per ciò che ho fatto fino ad oggi e sento i dolori di tutti questi infortuni, che continuano a peggiorare. Questo perchè il nostro corpo è sottoposto a grandi sforzi, non solo il giorno del combattimento.
Un atleta come me si allena almeno quattro mesi per un incontro. In questi quattro mesi faccio sparring almeno tre volte a settimana e ogni giorno spingo al massimo.
Non è come allenarsi coi pesi o andare a correre. E’ uno sport a contatto pieno dove ci si colpisce in tutte le parti del corpo e si lotta. Uno sport che chiede molto agli atleti che lo praticano.
Pensavo di combattere il 31 Maggio in Brasile, poi ho detto all’UFC che non lo avrei fatto. Questo non gli è piaciuto e hanno fatto pressioni affinché io combattessi. Una settimana dopo mi hanno chiamato per poterci vedere e parlare. Mi dissero che dovevo combattere e mi offrirono un sacco di soldi. Mi avrebbero pagato più di quanto dovuto per combattere in quella data. Così mi sono chiesto: se avevano quei soldi perchè non me li hanno offerti già prima?
Si tengono stretti e per questo motivo gli atleti sono sempre sottopagati, ma loro i soldi li hanno. Gli ho detto: “Mi dispiace, ma non accetterò l’incontro perchè non potrò essere nello stato di forma adatto per offrire ai miei fan quello che si aspettano da me. Non combatterò quel giorno e non accetterò soldi solo per andare li dentro ed offrire una pessima prestazione davanti ai miei fan.”
Abbiamo avuto una nuova riunione dopo quella ed hanno continuato a farmi pressioni. Ho detto che avrei potuto combattere solo a fine anno. Loro spalancarono gli occhi: “Solo a fine anno?”.
Non ero nelle condizioni fisiche necessarie per combattere nella card di luglio. Il mio corpo non rispondeva come avrebbe dovuto e non avrei potuto allenarmi nel modo di cui avrei avuto bisogno.
Quando un atleta non può allenarsi a causa dei suoi infortuni, è destinato ad offrire performance di basso livello e quando questo succede i promoter lo licenziano, ma nessuno si ferma a pensare a cosa l’atleta abbia dovuto sostenere per entrare li dentro.
Un eclatante esempio a riguardo è quanto accaduto a Renan Barao. Avete mai pensato al fatto che Barao ha dovuto combattere tre volte in sei mesi? Barao non ha avuto il tempo di recuperare tra un incontro e l’altro perchè non ha mai potuto smettere di allenarsi. Ogni giorno è stato una battaglia per lui. La prima conseguenza di tutto questo è stata la perdita della cintura. Ha perso la cintura e poi avrebbe dovuto combattere nuovamente per il titolo. Il suo corpo non ce l’ha fatta ed ha avuto un mancamento nel corso del taglio del peso.
Cosa ha fatto l’UFC per lui? Lo hanno attaccato apertamente e si sono presi gioco di lui. Erano così orgogliosi di dire che Barao se ne sarebbe tornato a casa senza un centesimo. E’ quello il modo di trattare un atleta? Nessuno pensa a cosa quel ragazzo abbia dovuto sopportare per provare a combattere di nuovo in così poco tempo? E poi lo hanno chiamato bambino. Hanno parlato di lui ai media come di un bambino. Questo causerà una rivolta degli atleti. Questo mi ha fatto rivoltare.

Tutto ciò mi fa imbestialire e mi fa guardare allo sport con occhi diversi. Mi stanno togliendo il desiderio di combattere. Quando vedo queste cose mi passa la voglia di combattere. Vedere come un atleta viene trattato. Nella vittoria o nella sconfitta un atleta deve essere rispettato. Questo è il trattamento minimo che dovrebbe avere. Se non lo pagate come dovrebbe, portategli almeno rispetto.
I pochi atleti che hanno un nome sono costretti a combattere tutto l’anno, perchè loro vogliono organizzare 50 eventi l’anno. Non stanno tenendo conto degli atleti. Li fanno combattere sotto condizioni inadeguate: o accettano di combattere oppure sono inutili.
Gli atleti devono combattere infortunati e tagliare il peso velocemente. Chi si prenderà cura di loro in futuro? Si prenderanno cura di noi in futuro e quindi possono usarci in questo modo ora? Ci usano per fare fiumi di soldi, perchè questi eventi fruttano valanghe di soldi. Non rispettano gli atleti, non si prendono cura di loro, non li pagano abbastanza. Non danno niente agli alteti, solo le briciole, e questa è una vergognosa mancanza di rispetto.
Ora vi dirò la verità: non ci rispettano come atleti. Non ci rispettano affatto. Cercano di metterci il pubblico contro. L’unica cosa che ci spinge e che ci supporta è proprio il pubblico e loro cercano di mettercelo contro con le loro infamie. Cosa ci rimane poi? Il ritiro, il licenziamento o il linciaggio mediatico. Con i fan contro di noi, come dovremmo viverla?
Per questa ragione sono qui oggi con un enorme peso sul cuore. Oggi è un giorno molto triste per me. Sfortunatamente l’UFC mi ha tolto il desiderio di combattere. Non posso più farlo, non posso continuare ad essere trattato così e con enorme tristezza sono qui a dirvi: esco dal ring.
Da oggi in poi Wanderlei Silva non combatterà più. La mia carriera è finita. Questo perchè non ho un posto in cui combattere. Un posto in cui gli atleti vengano trattati col rispetto che meritano. Per questa ragione ne ho abbastanza.
Hanno provato a mettere i miei fan contro di me! I miei fan, quelli che mi hanno seguito per 20 anni!
Molto prima che l’UFC esistesse io già combattevo match di Vale Tudo in Brasile, cercando di aiutare questo sport a crescere. Ho aiutato il movimento con il mio sudore ed il mio sangue ed ora queste persone provano a dirci cosa siamo e cosa non siamo.
Questo è tutto sbagliato e sono qui ora per parlare del marcio che c’è nel nostro sport. Queste cose cambieranno!
Siamo noi a fare questo evento. Siamo noi ad entrare li dentro a prendere pugni in faccia. Il minimo che meritiamo è il rispetto. Il minimo.
Ero triste di tutto questo. Gli atleti hanno bisogno di una voce. Qualcuno che possa parlare per loro e dire tutta la verità. Sono qui per dire tutta la verità e mostrare ciò che è sbagliato. Ora non possono farmi stare zitto.
Voglio ringraziare tutti i miei fan in giro per il mondo. Tutti quelli che sono riuscito a far emozionare nel corso della mia carriera e che ho fatto sorridere anche solo una volta. Abbiamo riso insieme e pianto insieme. Dal profondo del cuore posso dire che siete l’unica cosa buona che porterò per sempre con me. Voi che mi supportate, che mi apprezzate, che mi seguite.
E’ stata una dura carriera. Tanti sforzi, dolori, infortuni e tanta umiliazione nel finale. E’ stata dura passare in mezzo a tutto questo e senza il vostro aiuto non ce l’avrei fatta.
Si sono presi la mia forza ed il mio desiderio di combattere. Questo è il motivo per il quale ora chiudo la mia carriera.
E’ dura e non lo auguro a nessuno. Dopo aver combattuto una vita intera per qualcosa, vedere questo non è certo facile. Voi avrete l’amaro in bocca, ma anche io ce l’ho.
Questo è il motivo per il quale non entrerò più li dentro. Ne ho abbastanza.
Voglio ringraziarvi tutti amici, perchè siete con me. Grazie per avermi sostenuto qualunque cosa sia successa. Abbiamo scritto una storia incredibile insieme. Momenti che i soldi non possono comprare e che nessun promoter può portarmi via. Alla fine, l’unico premio che un atleta porterà sempre con sé siete voi.
Vi chiedo di continuare a supportare tutti gli atleti, perchè i vostri applausi sono l’unica cosa che gli rimarrà. Il resto è solo un’illusione. Continuate a offrire il vostro supporto, perchè è l’unica vera motivazione che spinge a continuare a combattere.
Dal più profondo del mio cuore: grazie per tutto e che Dio vi benedica.”

Ernesto Tarchi

Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano