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Ercolano, verso le elezioni: in casa Pd spunta l’idea Antonello Cozzolino

ercolano-comuneTerremoto a Ercolano in seguito alla fuga di notizie sulla candidatura nel Pd a sindaco in occasione delle prossime amministrative locali dell’assessore Antonello Cozzolino. Molti i commenti negativi comparsi sui social network in relazione ad uno scoop che al contrario, se vogliamo essere realisti, premierebbe in fondo un pezzo da novanta della politica indigena sulla breccia da anni.

Qui l’evidente contraddizione : dove finiscono alle urne i dissensi su questi leader politici locali proprio non si sa a giudicare dai consensi plebiscitari che poi ottengono. Appare quindi forviante e sterile qualsiasi polemica che non sia poi seguita da denuncia formale presso le autorità competenti. Non si tratta di essere garantisti ma al contrario di riportare “fatti” e non inutili supposizioni.

Chi ha sbagliato paghi, giustissimo : lo si dimostri però e la sana informazione , quella che mai si è venduta alla politica, sarà ben lieta di dar corso mediatico agli eventi. In caso contrario basta con l’essere etichettati “resinari”, ovvero petulanti, invidiosi e quel che peggio capaci di qualsiasi alleanza o esborso economico pur di annullare l’avversario in grado di realizzare quello che spesso non si è all’altezza di “concretizzare”.

La politica , quella vera, si fa nelle sedi opportune, in pubbliche manifestazioni adeguatamente organizzate : al contrario a Ercolano , fatte le dovute eccezioni, si ciancia di pseudo politica nelle piazze, nei ristoranti e nei pub sovente dopo aver consumato un buon bicchiere di vino. Ecco che l’opinione pubblica è portata legittimamente a screditare buona parte della classe politica indigena : si sa chi è “sazio” difficilmente si cala nelle difficoltà dello spettatore “ a digiuno”. In questo marasma un plauso doveroso è rivolto alle tante associazioni impegnate sul territorio, ai volontari che tra enormi difficoltà riescono ad apportare il proprio insostituibile contributo alla rinascita di una Ercolano in cui sono veramente pochi a credere ancora.

Alfonso Maria Liguori

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