Sospeso il sindaco di Napoli Luigi de Magitris, il primo cittadino “arancione” da oggi non potrà indossare la fascia tricolore vestita tre anni fa per la prima volta: dopo la condanna per abuso d’ufficio l’ex pm potrà solo indossare la bandana di colore arancione usata durante i festeggiamenti a seguito della vittoria elettorale contro il candidato del centrodestra Raffaele Lettieri. Il provvedimento di sospensione dalla carica firmato mercoledì sera dal prefetto di Napoli Francesco Antonio Musolino è stato notificato al sindaco dal presidente del Consiglio comunale Raimondo Pasquino.
Il provvedimento, che dà lo stop all’attività del sindaco napoletano, è stato firmato dal prefetto poco dopo la trasmissione della sentenza che condanna de Magistris a 1 anno e 3 mesi nel processo Why not: la condanna in primo grado è arrivata perché durante la sua attività da pm a Catanzaro avrebbe messo sotto controllo le utenze telefoniche di alcuni parlamentari senza le necessarie autorizzazioni. Le funzioni del primo cittadino passano con effetto immediato al vicesindaco Tommaso Sodano che sarà sindaco facente funzioni.
“Non mi dimetto”, ha detto l’ex pm in una conferenza stampa convocata a seguito del provvedimento di sospensione. Il sindaco di Napoli spiega di non essere legato a una poltrona che definisce “anzi pesantissima”. “Le dimissioni – continua – sono un atto etico non richiesto da quella che definisco legalità formale. Si prevede la sospensione, perché allora mi volete far dimettere? Lo farei se avessi tradito i concittadini, se avessi rubato, se fossi un corrotto o un mafioso. Invece mi condannano, unico caso in Italia, per abuso d’ufficio non patrimoniale perché ho osato fare un decreto dopo che un vicequestore mi ha chiesto di acquisire utenze in contatto con criminali. Non sapevo chi erano, scopro che sono di parlamentari e mi fermo. Vengo condannato e mi dovrei dimettere?”, ha sottolineato.
La sospensione dal ruolo di sindaco di Napoli “sarà breve, credo tre o quattro mesi”, ha assicurato de Magistris. “Sarà breve – ha continuato – ma non un lampo, come il tempo passato tra la sentenza del Tribunale e il provvedimento del prefetto che dice di aver letto la sentenza ma non ci sono ancora le motivazioni”. “Siamo fiduciosi nei ricorsi che attueremo all’autorità giudiziaria nei prossimi giorni – ha spiegato de Magistris – e perché l’appello si terrà in breve tempo perché il reato è quasi prescritto”.
“Contro di me si saldano poteri che me l’hanno giurata a morte con la volontà di molti di mettere le mani sulla città”, ha detto. “Vedo una dicotomia – ha incalzato – tra la nomenklatura di regime che parla sempre la stessa lingua e le persone che, comunque la pensino sull’amministrazione, hanno ben capito di cosa stiamo parlando. I segnali inquietanti si sono visti ad esempio sulla questione Bagnoli. La nostra è un’operazione di libertà e di resistenza nei confronti di un sistema che vorrebbe rimettere le mani sulla città”. “Per me è un giorno buono, non vivo la sospensione come un dramma – ha detto – ma come opportunità per far comprendere quanta strada il Paese deve ancora fare per evitare che da democrazia malata diventi regime”.
“Nella storia del Paese – ha aggiunto – sono avvenuti episodi più o meno recenti nei quali persone che non si uniformavano al pensiero unico sono state fermate in modo violento. Da tempo dico che i servitori dello Stato che hanno giurato fedeltà alla Costituzione vengono fermati attraverso l’utilizzo cosiddetta legalità formale. L’Italia è una democrazia malata, persone che hanno il coraggio di agire contro il sistema criminale e le mafie non vengono premiate, ma sono cattivi magistrati”. “Il personaggio triste di questa sceneggiata è il vicesindaco Tommaso Sodano, la “testa di legno” di Luigi de Magistris per sua stessa ammissione».
A dirlo è Amedeo Laboccetta, vice coordinatore campano di Forza Italia ed ex parlamentare Pdl. “De Magistris non ha avuto remore a squalificare il suo numero due dandogli del fantoccio ha aggiunto che avrà soltanto il compito di fare il passacarte perché l’ex pm continuerà a comandare da fuori Palazzo San Giacomo. E, cosa ancor più grave, Sodano sarà anche il sindaco della Città metropolitana senza essere stato votato nemmeno da un cittadino. Se ha un minimo di dignità, lasci l’incarico”.
“Come può Napoli sopportare ulteriormente questa palese violazione di legge ha concluso Laboccetta che non solo è degradante dal punto di vista dell’immagine delle istituzioni cittadine ma anche dannoso per la vita stessa dei napoletani?”.
Raffaele Cava