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Pompei, Lo Sapio: “Un futuro per nulla rassicurante”

Lo SapioPrimi mesi di amministrazione Uliano, primi cento giorni abbondantemente superati e primo consiglio comunale “clone” di quello precedente nella storia, sia pur giovane, del Comune di Pompei. Su questo e sulle tematiche calde della politica pompeiana, abbiamo sentito il fondatore del laboratorio politico ElaboriamoPompei, Carmine Lo Sapio, politico di lungo corso, dirigente Pd e con il candidato sindaco Franco Gallo, oggi capogruppo di minoranza, leader dell’opposizione cittadina.
«Un consiglio comunale – ha esordito Lo Sapio – con praticamente niente all’ordine del giorno. Tutta una serie di adempimenti che vengono dall’amministrazione D’Alessio, che continuano a porsi in essere perché gli uffici continuano sulla scia precedente. Non è cambiato niente e quindi da qui a qualche mese troveremo anche i debiti fuori bilancio di questa amministrazione».
Non c’è stata, dunque, la svolta annunciata e ampiamente sbandierata? «Come si suol dire per qualsiasi delle cose dell’uomo: “Il buongiorno si vede dal mattino” e, purtroppo, per quanto ci è dato vedere, sembra proprio che non sarà un “giorno buono” per Pompei.
Se proviamo a fare un bilancio di questi primi quattro mesi – ha continuato Lo Sapio – il governo Uliano, tranne che proclami, falsità e prese in giro non mi sembra che abbia fatto altro. Una delle tante bugie, speculando anche sulla morte delle persone, è l’immobilismo per quanto riguarda il tristemente noto ponte che porta su via Ripuaria. Ad oggi è ancora transennato e non si è intrapresa alcuna iniziativa per risolvere quello che è un concreto e serio problema per la sicurezza dei cittadini».
Intervenire sul ponte, però, non dovrebbe ancora essere possibile a causa dell’inchiesta in corso e questo è un dato di fatto, ma per il politico pompeiano il punto non è la costruzione di un muro per la messa in sicurezza degli argini. «Il problema è quella rotatoria che non funziona – chiarisce – e che è uno degli esempi lampanti del malgoverno della precedente amministrazione. C’è però chi ha imperniato la campagna elettorale sulle tematiche della sicurezza e il primo atto dopo l’elezione è stata la tappa, a piedi, sul fiume snocciolando una montagna di proclami. Nei fatti non è stato fatto assolutamente niente.
Anche il milione e 32mila euro annunciati per il riassetto di via Ripuaria, provengono da un progetto antecedente ad Uliano. In ogni caso anche quando la strada dovesse essere messa a posto, il problema resterebbe irrisolto. Il vero problema è la rotatoria per la quale si continua a non prendere decisioni».

Entrando nel merito dell’ultimo consiglio comunale che non solo noi abbiamo definito “clone” del precedente, il leader politico dell’opposizione è stato lapidario: «Vedo una totale ignoranza da parte della giunta, o meglio ancora, di tutta la maggioranza, nella materia riguardante l’ordinamento degli enti locali».
La maggioranza ha parlato di trasparenza e condivisione, principi secondo i quali si sarebbe reso necessario il “replay” dell’assise. Si è anche parlato di una ricerca di confronto con le minoranze. «Il confronto deve avvenire prima di andare nel pubblico consesso, cominciando dal corretto svolgimento della conferenza dei capigruppo, con la presentazione delle documentazioni relative ai punti all’ordine del giorno. Sarà anche vero – ha continuato Lo Sapio – che i documenti, come affermato dalla consigliere Padulosi, sono giunti ai consiglieri nei tempi previsti, ma nella conferenza dei capigruppo, il nostro rappresentante, Franco Gallo, aveva trovato solo un elenco di argomenti e si era trovato impossibilitato nell’approfondire i punti, magari confrontandosi con i dirigenti per poi trasmetterne le risultanze ai componenti del gruppo.
La verità – Lo Sapio rincara la dose – è che la maggioranza sa molto bene che gli atti, le “carte” da presentare ai rappresentanti dei gruppi consiliari per l’adunanza del 19 settembre non erano state presentate nel corso della conferenza che precede il consiglio.

Il timore era quello che questo vizio di forma avesse poi inficiato il consiglio e le stesse decisioni votate facendo sì che poi non ci fossero più stati i tempi per rimediare ed approvare il bilancio, incorrendo nel serio rischio che l’amministrazione venisse sciolta. Ecco spiegata la farsa della clonazione del consiglio precedente. Altro che condivisione e confronto!»
Del resto anche individuare la minoranza appare alquanto difficoltoso tra i banchi di Palazzo De Fusco.
«Il sindaco e la sua maggioranza cercano il confronto con una sola parte, che ancora insiste a farsi chiamare minoranza e che nei fatti, pur di strappare qualche carica, qualche nomina, è di fatto organica alla maggioranza. Chiari esempi sono quello proprio della ex candidata sindaco Maria Padulosi, a cui è stato concesso di far parte della commissione per la valutazione dei giudici di popolari grazie a due voti provenienti dai banchi della maggioranza, e quello della consigliere Andreina Esposito, che ha lasciato la nostra compagine, senza ancora motivare la sua scelta, e ha addirittura, anche se non ce n’era bisogno, votato il bilancio. Lo stesso Bilancio è un atto politico prima che tecnico, per il quale non vale il paravento del “bene del paese”.
Questo è il confronto e questa è la minoranza con la quale chi guida la nostra città vuole confrontarsi. Siamo di fronte – continua Lo Sapio – ad un modo miserevole di pensare di prendere in giro i consiglieri comunali e la città che è senza precedenti. Nella mia lunga esperienza politica non mi sono mai trovato a dover assistere a quanto, purtroppo, sta accadendo in questo periodo».
L’ultimo consiglio comunale è stato convocato alle 8 del mattino, con buona pace dei proclami del sindaco Uliano restati, ancora una volta, lettera morta. Niente consiglio comunale itinerante e soprattutto nessuna massima partecipazione dei cittadini visto che fortunatamente sono ancora in tanti ad avere un posto di lavoro da onorare e rispettare a Pompei. Eppure lo stesso Ferdinando Uliano aveva più volte chiaramente parlato di orari pomeridiani o serali per permettere la partecipazione a quanti impegnati a lavoro. Ma ormai il sindaco di Pompei palesa forti difficoltà a stupirci. La norma sembra scritta: basta attendersi il contrario di quanto ha dichiarato e dichiara.
«Purtroppo siamo costretti a fare i conti con tutta una serie di proclami pagliacciate che in principio avevo definito sopravvalutandole “sceneggiate”. Del resto il luogo istituzionale per il consiglio comunale è l’aula consiliare di Palazzo De Fusco e la pubblica assise può essere svolta altrove solo in caso di necessità. Lo dice la legge e lo conferma lo statuto. Sull’orario non posso che rilevare che siamo al cospetto di una ulteriore bugia del primo cittadino».
Le posizioni, dunque, restano estremamente distanti, ma quale confronto potrà esserci in futuro con l’amministrazione è stata una delle domande rivolte a Carmine Lo Sapio che ha così risposto: «Il confronto ci potrà essere e ci dovrà essere, ma non può prescindere da un programma che, al momento, non vediamo. Se dobbiamo pensare che il confronto ci debba essere su quanto “promesso” nei primi cento giorni, non abbiamo nulla da confrontarci.
Delle cose dette in campagna elettorale non ne è stata concretizzata una: il consiglio comunale nelle periferie, il vigile di quartiere, il decentramento dell’ufficio anagrafe con sportelli nelle varie frazioni sono rimaste solo belle parole. Al momento non c’è nemmeno un atto formale in tal senso.
A noi non interessa – ha concluso Lo Sapio – che il sindaco sia stato chiamato dai vertici Pd per candidarsi alla Città Metropolitana, cosa che a me, del resto, non risulta, non interessa se Uliano mangerà o meno il panettone o quante altre bollicine stapperà nel prossimo futuro per festeggiare il nuovo anno o i successi che saprà raggiungere. A noi interessa solo il futuro di Pompei che purtroppo, stando a quanto abbiamo visto fino ad ora, non è per nulla rassicurante».

Gennaro Cirillo

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