Un gran polverone, a tratti quasi infantile, che sembra essersi risolto un una gran bolla di sapone.
Sembra questa l’unica sintesi possibile per quanto è accaduto nei giorni scorsi al Liceo Pitagora-Croce di Torre Annunziata. I fatti amplificati in maniera eccessiva sia via social network che attraverso alcuni organi di stampa, oggi si sono sgonfiati a fronte di prove documentali e delle pronte azioni intraprese dalla dirigenza della scuola torrese grazie al tempestivo assenso del consiglio d’istituto.
La cronaca parte il primo ottobre con il rinvenimento negli ampi giardini del liceo di un topo, individuato e fotografato dagli stessi studenti, e dalle immediate e giuste proteste degli stessi che chiedevano un pronto intervento delle istituzioni e della scuola.
Il caso strano è che queste proteste sono poi sfociate in un limitato “ammutinamento” di alcuni studenti che non sono entrati a scuola, per protesta contro una scuola definita inagibile e igienicamente insicura, solamente i dopo alcuni giorni: sabato 4 ottobre. Caso strano perché come si evince dalla documentazione presentata dal preside Benito Capossela e come lo stesso dirigente ha affermato “la scuola si è mossa immediatamente per affrontare il problema che del resto rimaneva esclusivamente limitato ai soli spazi esterni”.
Una protesta montata, quindi, solo dopo qualche giorno di incubazione tra social e informazioni gonfiate, travisate e soprattutto inesatte, e, paradossalmente, dopo che la scuola aveva già messo in moto proprio quel meccanismo di pronto intervento e derattizzazione, proprio come chiesto dagli stessi studenti sin dal primo giorno.
Stando ai documenti affissi ai cancelli ed alle porte d’ingresso della scuola di via Tagliamonte, gli interventi sono stati tempestivi e, soprattutto, a spese dello stesso istituto scolastico, come deliberato dal consiglio d’istituto, organo formato da genitori, docenti, personale ata e studenti, il cui presidente è un genitore eletto, che si era riunito in seduta straordinaria nella stessa giornata del 2 ottobre.
«A dire il vero – ha dichiarato proprio il dirigente scolastico – oltre all’intervento effettuato giovedì 2 ottobre, approvato dal massimo organo decisionale della scuola, già nel pomeriggio del primo ottobre avevamo provveduto ad una derattizzazione fatta con la collaborazione dello stesso personale della scuola. I collaboratori scolastici avevano già posizionato delle esche topicida, come consigliatoci dalla ditta interpellata e incaricata di completare ad arte il lavoro per il giorno seguente.
Le esche utilizzate, come certificato anche dalla ditta intervenuta, sono praticamente innocue per l’uomo. Il lavoro era stato, quindi, completato nel pomeriggio del 2 ottobre con una derattizzazione anche delle fogne con apposite esche. Dai documenti rilasciati dagli esperti, i locali della scuola erano perfettamente agibili. Il giorno successivo, il 3 ottobre, gli studenti sono regolarmente entrati per le lezioni».
C’è da dire che la principale confusione, alimentata anche dalla stampa, si è basata sul fatto che non si è trattato di una “disinfestazione”, che in genere si effettua con prodotti chimici pericolosi per l’uomo e per la quale sono previsti anche giorni di chiusura dell’edificio, ma bensì di una “derattizzazione”: in pratica il posizionamento di prodotto topicida per attirare ed eliminare eventuali topi presenti nel perimetro esterno della scuola. Cosa, quest’ultima che non inficia il normale svolgimento delle lezioni e che potrebbe avvenire anche nel corso dell’orario scolatico.
“Internamente – ha aggiunto Capossela – non sono mai stati visti topi nè tantomeno gli inconfondibili segni del loro passaggio o presenza”.
Dopo questi primi interventi, preside e vicario erano stati in tutte le classi per lasciare copia della certificazione di avvenuta derattizzazione e per rassicurare gli studenti sulla completa agibilità della scuola, cosa che però non ha sortito il risultato sperato.
E così, dopo ben tre giorni, sabato 4 è scoppiata la protesta. Tre classi non sono entrate e altre sono entrate soltanto parzialmente per un totale di tredici classi interessate, per lo più dei primi tre anni, su un totale di cinquantanove.“Io e diversi docenti della nostra scuola – ha ancora aggiunto Capossela – ci siamo recati all’ingresso, ai cancelli per invitare gli alunni ad entrare e per rassicurare i genitori ancora perplessi sulla sicurezza e sull’agibilità della scuola. Ci siamo confrontati con alcuni genitori e studenti. Non c’è stata nessuna occupazione dell’istituto e l’intervento delle forze dell’ordine è stato puramente casuale poiché, trovandosi nel loro giro di pattugliamento del territorio, si sono fermati per verificare quanto stesse accadendo. Gli stessi agenti una volta verificata la situazione e visionato gli atti di quanto già avevamo fatto, sono poi andati via. Massima è stata la disponibilità al confronto e puntuale l’azione di contrasto al problema presentatosi; i fatti parlano da soli, ma nulla abbiamo potuto a fronte delle voci incontrollate ed infondate che erano già circolate”.
Sempre sabato 4 è stato effettuato un ulteriore intervento di profilassi contro topi e ratti, sempre certificato dagli esperti di una seconda ditta intervenuta, la cui certificazione è stata successivamente pubblicata anche sul sito della scuola.
Per i prossimi mesi, poi, come ha confermato il dirigente, sono stati programmati, concordando il tutto, sempre con il consiglio d’istituto, ben 12 ulteriori interventi di derattizzazione e tre di disinfestazione.
Al fianco del preside si sono schierati i docenti del Pitagora-Croce che hanno stilato un documento distribuito a studenti ed organi di stampa.
«Purtroppo fa sempre più rumore una notizia negativa – ha concluso il preside Capossela – ma in questo caso si è trattato di una notizia più che altro infondata ed inesatta. Ci è dispiaciuto per quanto è successo, ma più di quanto abbiamo fatto non era possibile fare. Peccato però che non faccia lo stesso clamore la notizia dei tanti successi raggiunti dai nostri alunni, dai nostri progetti e dalle tante attività intraprese dalla nostra scuola. Peccato che non si dia il giusto risalto al fatto che le cinquantanove classi sono tutte dotate di lavagna interattiva LIM, cosa non comune per gli istituti scolastici italiani, che tutte hanno a disposizione un notebook e che l’intera scuola è dotata di un avanzato sistema WiFi che permette ai computer scolatici di funzionare in rete schermando l’utilizzo della stessa per gli altri dispositivi multimediali.
Siamo di certo una scuola “del fare” come hanno scritto i docenti e ci dispiace essere baciati dai riflettori solo per un problema del tutto irrisorio e del resto risolto tempestivamente sul nascere».
G.C.