Arte contemporanea in piazza mercato e nel complesso della S.S. Trinità e Paradiso. A Vico Equense è di scena l’artista Giovanni Ferrenti, napoletano della corrente dell’informale e dello spazialismo degli anni ’50.
La mostra è stata inaugurata il 1 ottobre nella sala polifunzionale dello storico complesso vicano.
A presenziare la professoressa Clementina Gily Reda dell’università Federico II di Napoli, i critici d’arte Rosario Pinto e Sergio Zazzera, Umberto Celentano( direttore del museo mineralogico allocato nei saloni della Trinità). A presentare l’artista in catalogo Annarita Santarpia.
A sponsorizzare l’evento, la Regione Campania il Comune locale e la Provincia. Sono intervenuti il sindaco di Vico Equense Gennaro Cinque, e l’assessore alla cultura Giuseppe Ferraro, il sindaco di Furore professore Raffaele Ferraioli, il professore Vincenzo Esposito, presidente della Pro-Loco, artisti, collezionisti rappresentanti di varie istituzioni. Ha moderato l’architetto Antonella Cascone.
Si è diplomato all’accademia di belle arti di Napoli ha subito agli inizi della sua carriera artistica l’influenza di maestri dello spessore di Emilio Greco, Manzù e Marini. Negli anni Cinquanta iniziò la sua ricerca cromatico spaziale con i fotogrammi, che sfoceranno prima nei Cronogrammi e poi con l’invenzione del pendolo luminoso si giungerà alle sculture cinestetiche nelle quali ha affrontato il suo continuo tormento della ricerca affannosa di altre dimensioni, di un limite della natura, dell’Apeiron , dell’universo sia del microcosmo che del macrocosmo.
La sua evoluzione artistica è partita con un primo periodo figurativo, dal 1950 al 1951. A seguire: i Fotogrammi, (1952), i Cronogrammi (1953-55), le tracce luminose (1956-55), le tracce luminose, ( 1956-60), le strutture spaziali (1965), i Monumenti inutili(1966-67), Le Ricerche modulari (1967-70). Le strutture modulari 1971- 75), gli Spazi possibili (1976-80), negli anni successivi, gli Spazi concentrici, le Cariocinesi, Le Superfici luce, le Metamorfosi, le Metafore, il Tempo e lo spazio, Tracce segniche, Il Tempo e lo spazio per finire agli Ossimori della vita del 2014.
Tutte opere che esprimono drammi e idilli allo stesso tempo. Il maestro con le sue opere vuole focalizzare l’attenzione su quanto l’arte contemporanea e la cultura in generale porga l’attenzione verso ciò che succede tra l’uomo e lo spazio che lo circonda. Collegata alla mostra la presentazione di un testo di estetica “La didattica della bellezza” della docente universitaria Gily Renda avvenuta sabato 11.
Mercoledì 15 dalle 9 alle 13 visita interattiva e laboratorio per le scuole secondarie di primo grado. I ragazzi delle scuole di Vico sono invitati a visitare la mostra insieme all’artista e alla curatrice Santarpia in un laboratorio didattico, con la realizzazione di opere in cartapesta.
Antonio Cesarano