Appalto Cittadella dello Sport in un dibattito sulla legalità al “De Bottis”

IF“La legalità sinonimo di civiltà, presupposto per lo sviluppo economico e sociale del Paese”: è il titolo del convegno al quale ieri, martedì 14 ottobre, l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Ciro Borriello è stata chiamata a partecipare nell’ambito del Festival della cultura europea, organizzato come ogni anno dall’associazione culturale Prometeo. Una tavola rotonda svoltasi nell’aula magna del liceo classico De Bottis che ha visto la partecipazione del magistrato della Dda di Napoli, Catello Maresca, e in rappresentanza del primo cittadino il suo capo di gabinetto, Luigi Pepe. Tanti i ragazzi presenti all’iniziativa, inserita in un calendario più ampio che toccherà diversi comuni della provincia di Napoli.

“La legalità – il concetto di partenza dell’intervento di Luigi Pepe – è insieme rispetto e buona pratica delle leggi. Un’esigenza fondamentale della vita civile, in quanto anello di congiunzione tra le responsabilità individuali e i concetti generali di giustizia sociale. In questa cornice di riferimento si pone anche, talvolta come fattore di rischio, la stessa vita amministrativa, anche perché gli enti locali operano spesso in ambiti difficili, soprattutto nel Mezzogiorno d’Italia”.

Il discorso, grazie anche agli interventi dei giovani studenti del liceo De Bottis, è scivolato su esempi pratici, andando a toccare l’aspetto legato all’appalto per la realizzazione della Cittadella dello Sport in viale Europa: “Anche quando le intenzioni sono le migliori, l’amministrazione si deve confrontare con le regole che talvolta, se da un lato rispondono a un’effettiva esigenza di legalità, dall’altro rischiano di creare un freno alle esigenze di sviluppo del territorio. Un esempio calzante – è stata la tesi del capo di gabinetto del sindaco – è quello che in questi giorni ha interessato il progetto della Cittadella dello sport, un complesso la cui realizzazione è attesa da decenni. Per questa opera c’è stata una regolare gara d’appalto con la quale si è affidata alla ditta vincitrice il cantiere.

Una ditta che all’epoca dei fatti aveva tutti i requisiti previsti dalla legge per poter ricevere tale appalto, ma i cui responsabili successivamente hanno avuto problemi con la giustizia. La scelta dell’amministrazione è stata allora quella di prendere le distanze: nonostante le intenzioni, però, la cosa non è risultata per nulla semplice, in quanto la ditta risultata vincitrice dell’appalto avrebbe potuto comunque iniziare i lavori. Per questo si è scelto il percorso in atto per giungere ad una rescissione consensuale, che ha sì allungato i tempi per la redazione di un nuovo bando di gara, ma che consentirà comunque all’amministrazione comunale di limitare i danni, specie in merito a eventuali richieste di risarcimento. Quindi l’ente, di fatto, in questa vicenda è stato parte lesa”.

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