Un Ottavianese alla Maratona di Chicago

altAojRTFeqV8pSc3e2jYSHiz6Io1JPBPxLZZWah5YMnSglLa” passeggiata” di Antonio Ambrosio  finisce con un bacio all’asfalto. Sta lì piegato in due, in mezzo alla strada. Ha tempo perché il 57 enne Ottavianese  è andato fortissimo. Poi si rialza, si mette le mani sulle ginocchia, sbuffa di felicità e alla fine sorride. Sapete com’è il sorriso di un atleta stremato, pare una smorfia irrigidita, una contrazione muscolare più che una manifestazione di gioia. Antonio, che giornata:

“Mi aspettavo di più dai 10 mila e invece ecco, la maratona mi ha dato tutto”. Qualcuno s’era preoccupato quando aveva deciso, d’accordo col suo coach (che è il dt azzurro Magnani), di prendere parte anche ai 10 mila. Non sarà troppo: “Anch’io temevo, ma ho avuto tre giorni per recuperare”.

E c’è riuscito. Sono tornate energie fisiche e mentali. Soprattutto mentali. La maratona è una sfida ai pensieri inutili. E’ zen. Si parte preoccupati, lentamente l’ansia si scioglie, la testa deve funzionare tecnicamente, non deve mai intromettersi negli affari di cuore. E’ Antonio Ambrosio il 57 enne di Ottaviano, visto la grande preparazione fatta di tanti sacrifici che ha svolto, alle spalle si lasciava  oltre 1500 km percorsi in meno di 90gg. il Re della maratona di Chicago.

L’atleta ottavianese e alla 5 esperienza sulla distanza , pur restando sempre vicino al suo personale. La gara, corsa con temperature ideali (tra i 6 e gli 8°), ma disturbata da costanti folate di vento, è regolare fino appunto al 30° km, con passaggi ogni 10 di gran tempi  (1h02’11” alla mezza, solo di poco superiore a quanto preventivato).

Pasquale Annunziata

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