“Nella cava Ranieri di Terzigno, sul versante sud-est del Vesuvio corrispondente alla periferia pedemontana dell’ antica Pompei, a partire dal 1980 – denuncia Francesco Emilio Borrelli dei Verdi – sono state rinvenute alcune ville rustiche seppellite dall’ eruzione del 79 d.c. Una di queste ville (denominata Villa 6) e’ addirittura d’impianto sannitico a giudicare da frammenti di tegole con bolli oschi. Tali insediamenti avevano prevalentemente una funzione di azienda agricola dove si produceva dell’ ottimo vino. La villa era custodita da una copertura per proteggerla dalle intemperie.
Ebbene la copertura è crollata in questi giorni sui reperti archeologici causando gravissimi danni all’importantissimo patrimonio mal custodito dalla Soprintendenza. Questo è il secondo cedimento che avviene in poco tempo. Infatti nel 2012 era già venuta meno la tettoia di protezione della villa rustica numero 2, in località Boccia al Mauro, meglio conosciuta come la villa di cava Ranieri. I cedimenti sarebbero imputabili all’usura dei pali in legno posti a sostegno della tettoia che doveva proteggere il sito”.
“E’ ora che il ministro della cultura venga a Terzigno e prenda atto della situazione in cui versa Cava Ranieri e che verifichi in che modo opera la soprintendenza di Pompei – accusa Francesco Servino l’attivista giornalista che ha reso noto il crollo – perchè è assurdo tutelare il patrimonio archeologico in questo modo. Pure dopo il servizio con Striscia la Notizia alcuni mesi fa in cui denunciavamo il rischio crollo non è stato fatto alcun tipo di intervento, anzi hanno lasciato che le coperture sulla villa cedessero completamente. Si accertino le responsabilità di ognuno e si avvii al più presto un’opera di bonifica perchè, ricordiamolo, una parte di quell’area era adibita incredibilmente pure a discarica”.