Si è svolta ieri, in una delle salette della Libreria Mondadori di Castellammare di Stabia, la presentazione del libro “Il seme di Satana” di Michele Schiavone.
Nato a Castellammare di Stabia, Schiavone è un pensionato che per passione si dedica alla scrittura. Scrive principalmente libri dedicati ai bambini ed agli adolescenti.
La presentazione è stata introdotta dal professor Pierluigi Fiorenza che ha presentato l’autore ed ha tracciato un breve spaccato del libro. Tiziana Esposito ha poi tenuto una lunga e precisa relazione tessendo le fila della trama e fornendo gli spunti per vari interventi anche da parte delle persone intervenute. La lettura dei brani, ritenuti significativi per esprimere i sentimenti che l’autore vuole trasmettere al lettore, è stata curata da Livia Imparato che, più che darne in realtà una semplice lettura, li ha sapientemente interpretati.
La presentazione è scivolata via veloce e ricca di spunti di discussione, alla fine abbiamo voluto porre alcune domande direttamente all’autore.
Come nasce la passione per la scrittura?
Ho iniziato a scrivere quasi per gioco circa dieci anni fa, quando mettevo a letto i miei nipotini. Per tale ragione ho iniziato a scrivere filastrocche e ninne per bambini che ho poi raccolto in un libro che ho pubblicato per beneficenza. Man mano che i miei nipoti sono cresciuti è nata in me la voglia di affrontare le problematiche degli adolescenti. Hanno preso vita così varie novelle che avevano come filo conduttore la droga, i rapporto interrazziali fra i giovani e i sentimenti che nonostante tutto essi continuano a coltivare.
Come mai questo tema, “Il Seme di Satana”, per il suo ultimo lavoro?
Il tema di questo mio ultimo lavoro è nato da due eventi che agli inizi del 2013 hanno occupato la mia mente. Alla fine di gennaio una mia poesia sulla Shoah è stata pubblicata, mentre nel mese di febbraio Papa Benedetto XVI ha dato le dimissioni dal soglio pontificio. Questi due elementi, uniti fra loro, visto che il Papa era tedesco, hanno dato il via nella mia mente alla composizione della trama che si è arricchita man mano di ulteriori fattori.
Ha avuto difficoltà nel cambiare tipologia di scrittura?
Certamente ho incontrato delle difficoltà nel dover affrontare questa nuova trama. Ero abituato a trattare argomenti che riguardavano i giovani o i sentimenti umani. Con questa nuova trama ho dovuto raffrontare il male assoluto, quel demone che ancora oggi affligge gli uomini: l’odio e la sopraffazione. Ho dovuto lavorare molto per trarre da questo male il sentimento contrapposto: il bene. Spero di esserci riuscito con alcuni miei personaggi che ricusando il male, danno dimostrazione che da esso, l’essere umano può affrancarsi.
Edgardo Esposito