L’inchiesta sulla corruzione partita con l’arresto del re delle farmacie Nazario Matachione si allarga a macchia d’olio e investe Regione e Università.
Celentano avrebbe favorito l’espletamento di pratiche riguardanti lo stesso Matachione relativamente alla scalata all’aquisizione di nuove farmacie da parte dell’imprenditore torrese. Secondo l’ipotesi accusatoria Matachione sarebbe stato il beneficiario di alcuni atti emessi “sistematicamente” da Celentano per “favorire l’imprenditore, sulla base dei voleri e delle indicazioni che il funzionario pubblico riceveva dallo stesso Matachione”. In una nota il procuratore aggiunto Alfonso D’Avino ha sottolineato come Celentano “attenendosi scrupolosamente alle direttive che riceveva” avrebbe favorito l’imprenditore farmaceutico sia per velocizzare l’apertura, il trasferimento, il passaggio di proprietà di farmacie, ma anche per superare “in spregio alle normative, situazioni che ostacolassero il rilascio dei provvedimenti richiesti, anche quando cio’ poteva arrecare nocumento ai concorrenti”.
Lo scandalo non si ferma qui e coinvolge anche l’ambiente universitario napoletano. Nell’ambito della nuova indagine la Procura ha fatto eseguire perquisizioni domiciliari nei confronti di un docente di Farmacia e del responsabile della relativa segreteria studenti.
Matachione avrebbe conosciuto in anticipo i test di ammissione alla facoltà di Farmacia della Federico II per poi comunicarli ad alcuni conoscenti. La circostanza è emersa da intercettazioni telefoniche nel corso delle quali Matachione rassicurerebbe gli interlocutori di riuscire a entrare in possesso delle domande: “Me la danno il giorno prima, due giorni prima, non è che me la danno sette giorni prima”.