Il circolo di Torre Annunziata lo scorso lunedì 13 ottobre ha organizzato una positiva e partecipata assemblea con iscritti e simpatizzanti del PD sul tema della riforma del mondo del lavoro all’esame del Parlamento in questi giorni. La relazione introduttiva del Segretario Ciro Passeggia, gli interventi dei rappresentanti del sindacato, quelli di molti compagni e amici presenti, hanno tutti rinvenuto , sia pure con sfumature diverse, degli elementi critici nel testo al voto alle camere.
Se è vero che è necessario rendere la disciplina del lavoro più organica alla mutata realtà economica e sociale, non è con la legge che si crea lavoro, ma con investimenti di risorse economiche da parte degli imprenditori, che allo stesso tempo investano anche nel futuro dei lavoratori, riducendo nettamente le svariate tipologie contrattuali che hanno per lo più trasformato la flessibilità in precarietà.
Su un punto si sono soffermati tutti gli interventi: la riforma non può togliere diritti.
Quando Matteo Renzi dice che il lavoro è un’emergenza dice quello che diciamo tutti da molti anni. Per creare lavoro non lo si può distruggere, occorre confrontarsi con le persone in carne e ossa che ogni giorno varcano le porte di fabbriche, call center, campi e uffici o che vorrebbero disperatamente farlo.
Non si fa parità equiparando i primi ai secondi ma i secondi ai primi. La direzione del PD ha approvato un ordine del giorno contro i contratti atipici e per la reintegra contro i licenziamenti illegittimi in alcuni casi determinati. Stare nel Pd significa tutelare la parte più debole e la dignità del lavoro.
Molti hanno sottolineato che si tratta di un disegno di legge delega troppo generico in alcuni profili, ma dettagliato in altri, che ne rappresentano gli elementi maggiormente allarmanti: il cd. demansionamento e il controllo dei lavoratori mediante videosorveglianza, tra gli altri.
Gli organi di stampa e molti commentatori si sono concentrati soprattutto sul ventilato “superamento” dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori, che nella delega non c’è, trascurando l’impianto complessivo della riforma che necessita di un maggiore approfondimento e confronto non appena giungerà all’esame della Camera dei Deputati.
Bisogna combattere i vincoli imposti dalle consorterie forti e non smantellare le tutele per i deboli. Si abbia il coraggio della realtà, delle storie vere, degli occhi dei nostri giovani, di chi si sente sempre più fuori e che vi è tenuto da chi è sempre più dentro.
Il Circolo di Torre Annunziata auspica che in sede di esame alla Camera dei Deputati il testo del decreto possa essere emendato e migliorato, raccogliendo i contributi del proficuo confronto in atto all’interno del Partito Democratico.