Ad eseguire l’ordinanza nei confronti di Carpentieri, ritenuto elemento di vertice del clan Gionta, i Carabinieri del nucleo investigativo di Torre Annunziata. Ritorna dietro le sbarre Luigi Guarro, 24 anni, ritenuto affiliato al clan Gionta-Chierchia. Guarro era stato scarcerato poche settimane fa, Carpentieri sarebbe rimasto dietro alle sbarre per un altro anno.
Carpentieri è il genero di Valentino Gionta, storico boss del clan attivo nel territorio di Torre Annunziata. I reati contestati sono associazione di tipo mafioso, porto e detenzione illegali di arma da fuoco ed estorsione aggravata dalle finalità mafiose.
Le indagini svolte dai militari dell´Arma e coordinate dalla Dda di Napoli hanno consentito di individuare l´attuale struttura organizzativa del clan Gionta, accertare casi di estorsione in danno di esercizi commerciali, documentare la disponibilità del clan di armi e munizioni da guerra. Guarro, alias “‘O spicchiat”, è considerato uno degli esattori del clan. Luigi è il figlio di Michele, anch’egli in carcere da giugno, nell’ambito della stessa operazione a Palazzo Fienga, la roccaforte della cosca dei Valentini.
L´attività investigativa interviene in una fase di inasprimento della contrapposizione armata con il rivale clan Gallo-Cavalieri per il controllo delle attività lecite ed illecite a Torre Annunziata e nei comuni limitrofi. Carpentieri è rimasto nel carcere di appartenenza mentre Guarro è stato portato nel carcere di Secondigliano.
Il pericolo che uscissero dal carcere e ricominciassero a riorganizzare la cosca dei Valentini è ora scongiurato portando ancora un duro colpo al clan torrese.