A Scafati il bilancio approvato dal consiglio comunale lo scorso 8 ottobre continua a far parlare di sé. Dopo le accuse mosse dai democratici per la mancanza di veridicità e attendibilità dei dati, il PD scafatese muove di nuovo all’attacco contro sindaco e assessore al bilancio, stavolta analizzando numeri e fatti; effettivamente le incongruenze ritrovate non sono poche:
“Al 31/12/2013 i residui attivi ammontano a novantuno milioni di euro, quindi se fosse vero – ma non lo è – che all’atto dell’insediamento il Sindaco ha ereditato 20 milioni di euro di residui attivi allora è stato bravo, in soli 7 anni, a quadruplicarli anziché ridurli.
Solo per l’anno 2014 il Comune di Scafati paga: 260.000,00 euro di interessi passivi su anticipazioni di tesoreria (quindi non è vero che esse sono state azzerate) 250.000,00 (per l’anno 2012) di interessi per ritardato pagamento fatture ACSE SPA, 60.000,00 euro di interessi passivi su anticipazione liquidità Cassa DD.PP. ottenuta nel 2013.
Nel solo anno 2014 il comune ha fatto ricorso ad oltre dieci milioni di euro per anticipazioni di liquidità (prestito) dalla Cassa DD.PP. per pagare i fornitori a tutto il 31/12/2013 con esborso di oltre 100.000,00 euro di interessi passivi annui per i prossimi trenta anni a partire dal 2015.
Inoltre i debiti fuori bilancio ed i pignoramenti si sono azzerati solo nel senso che essi sono sistematicamente sottratti alla conoscenza del Consiglio Comunale, del Collegio dei Revisori e della Corte Dei Conti perché quotidianamente liquidati e pagati con atti monocratici dei Dirigenti in violazione palese e spregiudicata delle norme di legge in vigore.
Infine il sistema delle transazioni, decantato dall’Assessore e dal Sindaco, è solo ed esclusivamente un sotterfugio per violare norme di legge imperative. In tal senso invitiamo l’Amministrazione e gli inconsapevoli Dirigenti a leggere la delibera/parere n. 45/2009 Corte dei Conti sezione regionale di controllo della campania: “Tale adempimento, però, passa attraverso l’indispensabile procedura di cui al cit. art. 194 che prevede la deliberazione del Consiglio comunale […] Quanto detto non può non valere anche nel caso di transazione con il creditore, che porti ad una riduzione della somma indicata nella sentenza esecutiva”.
Non occorre aggiungere altro per smentire, con fatti e documenti da loro stessi redatti, quanto puerilmente e scioccamente sostengono, abituati come sono a mistificare la realtà fattuale.
Si dimettano e liberino il paese prima che sia troppo tardi”.
Raffaele Cirillo