Per via Passeggiata Archeologica, la strada che collega il centro di Castellammare di Stabia alle Ville romane di Varano, passeggia una coppia di turisti tedeschi. Zaini sulle spalle, le immancabili guance rosse e gli occhi spaesati. Con un inglese rivedibile ci avvicinano chiedendo informazioni sulla localizzazione esatta delle Ville, manifestando – non troppo velatamente a dire il vero – il loro disappunto per non essere riusciti a trovarle. Disappunto che si trasforma improvvisamente in sorpresa quando diciamo loro che le ville si trovano a meno di cento metri, sotto il loro naso. Si potrebbe pensare, leggendo questa storia, al solito luogo comune del turista un po’ distratto e pittoresco. Stavolta, però, non è così. Infatti, basta farsi un giro nell’area intorno agli Scavi di Stabia per imbattersi in uno scenario a dir poco disarmante: segnaletica stradale assente, antiquata o imbrattata, strisce pedonali scolorite, erbacce, sporcizia e venditori ambulanti.
L’ingresso di Villa San Marco è appena visibile dalla strada, sentenziato da un cartellone coperto interamente da graffiti inneggianti la promozione della Juve Stabia in serie B o da scritte di venditori ambulanti di fragole; sulla parete opposta la scritta “Villa San Marco” è sbiadita, con le informazioni storiche del complesso ingoiate dall’incuria. Ancora peggio la situazione se si entra all’interno della suddetta Villa, con un grossolano spiazzo di pietrisco e terra battuta che avrebbe dovuto ospitare strutture ricettive e uffici per la locale Soprintendenza. Un complesso infrastrutturale di circa 900mila euro – 70% del quale finanziato dall’ACRI, l’acronimo che riunisce diverse Fondazioni e Casse di Risparmio dell’Italia meridionale, e per il 30% dalla Fondazione italo-americana RAS – del quale restano i piloni dei prefabbricati e un pannello arrugginito di un’area parcheggio mai realizzata. Abbiamo provato a metterci in contatto con i dirigenti dell’ACRI senza ottenere risposta. Analoga sorte ha conosciuto il tentativo fatto con i rappresentanti della RAS. Un silenzio assordante che si è tentato di rompere concentrando la nostra attenzione sull’altra gravissima criticità degli Scavi di Stabia: la segnaletica turistica.
“Per quel che concerne la segnaletica turistica – ci spiega Maria Rita Auricchio, vicesindaco del Comune di Castellammare e Assessore alla Segnaletica Stradale – stiamo provvedendo a rifare quella preesistente e a migliorare la cartellonistica di accesso alle Ville”.
Il problema della “visibilità” e del relativo accesso alle Ville di Stabia è tuttavia questione vecchia.
“Da ormai 3 anni – afferma Stefano Scanu, presidente del Circolo Legambiente “Woodwardia” di Castellammare – abbiamo affrontato diverse volte la questione segnaletica stradale. Necessaria in particolar modo è una segnaletica pedonale che accompagni i visitatori dalle stazioni della Circum alle Ville. È paradossale, anzi imbarazzante, che un turista che si trovi alla stazione di Via Nocera non abbia indicazioni per raggiungere Villa Arianna che dista solamente 400 metri. Nelle criticità abbiamo anche segnalato la pericolosità dello spostamento pedonale tra Villa San Marco e Villa Arianna, con l’invito a costituire un percorso pedonale sicuro che colleghi le stazioni circumvesuviana, attraverso la riqualifica di Via Varano, con Villa San Marco e Villa Arianna”.
Le cose non vanno di certo meglio a Villa Arianna, dove l’accesso alla Villa avviene per mezzo di una stradina. La presenza del sito è indicata da un pannello, fortunatamente in buone condizioni, posto tuttavia su un muretto di cemento addossato a un luna park. Prima del cancello che immette alla struttura, i cartelli informativi risultano screpolati e illeggibili oppure riadattati per mezzo di scritte approssimative. Come se non bastasse, un olezzo insopportabile accompagna l’ingresso in questa parte degli Scavi causato da un canile improvvisato e dalle dubbie norme igieniche. Uscendo di nuovo sulla strada, adiacente al muretto del “canile”, troviamo un’ampia area parcheggio riservata alla sosta dei bus turistici funzionale a rendere sicura la discesa dei turisti, visto che ci si trova in prossimità di una curva pericolosa. Quest’opera – realizzata nel 2008 per conto della Soprintendenza Archeologica di Pompei e costata 350mila euro – ha però una storia diversa rispetto alle altre infrastrutture “fantasma” di Stabia. Essa infatti è stata completata, collaudata e provvista di un sistema di videosorveglianza, sbarre di ingresso e di impiantistica wi-fi. Si ignorano i motivi per cui questo parcheggio allo stato attuale non risulti ancora operativo.
“Il parcheggio esterno di Villa Arianna non è mai potuto entrare in funzione – ci riferisce in una nota il Soprintendente Massimo Osanna – perché non è stato possibile attivare il sistema di videosorveglianza e di illuminazione necessari a tenere sotto controllo l’area, né gli allacciamenti idrici. Al momento sono in corso tutte le necessarie verifiche degli impianti per poterli mettere in funzione il prima possibile e dunque consentire l’apertura dell’area parcheggio. Di fatto è stata avviata, relativamente a tutti i progetti della SAPES (Soprintendenza Archeologica di Pompei Ercolano e Stabia ndr) non ancora realizzati, una attività di verifica e si sta procedendo progetto per progetto a trovare le soluzioni più adeguate”.
Le infrastrutture incomplete e la segnaletica inesistente o quasi rappresentano le nuove ferite inferte alle antiche Ville di Stabia. Ferite che si aggiungono alle cicatrici preesistenti dei mosaici sfondati, dei set fotografici e dei tacchi a spillo. Oggi più che mai il destino di Stabia appare in bilico. Serve invece un piano di recupero serio, una sinergia interistituzionale che impegni Comune e Soprintendenza allo scopo di preservare dagli affronti dell’uomo e del tempo un sito altrimenti avviato a scomparire dalla memoria storica.
Angelo Mascolo