Il ritmo forsennato della globalizzazione, lo stress, la malattia, la violenza. Potrebbe continuare a lungo l’elenco dei mali del nostro secolo. Un secolo scompigliato, disordinato, senza meta. Un secolo appena iniziato e che rischia già di bruciarsi per effetto dell’esaurimento della civiltà dei consumi e per la distruzione inevitabile delle culture particolari e regionali.
In tale contesto si cala “Riaccendi il cuore” di Giuseppe Sammarco (Europa Edizioni, 2014). Un libro sconvolgente, un manifesto sulla vacuità della civiltà moderna. Un j’accuse senza dubbio, ma carico al tempo stesso di un’incredibile portata di speranza. Ed ecco che, per effetto della meravigliosa magia della scrittura, prende corpo in uno stile brioso un racconto che esorta ad impadronirsi della propria vita, ad essere “capitani” di se stessi. Il riferimento al capitano non è casuale, in quanto esplicito rimando alle origini professionali dell’Autore, legate alla Marina Mercantile. Come trasportato dai flutti, il libro di Sammarco è una rivelazione. Una summa di esperienza, ricordi, letture, riflessioni tutte indirizzate al ritorno. Il ritorno alla natura. “Riaccendi il cuore” ha sottesa una riattivazione. Quella dell’uomo, del suo essere comunione con la vita, vita dalla quale è venuto e alla quale deve tendere e ri-tornare. Il vitalismo di Sammarco non si esaurisce in pura contemplazione della realtà esterna, ma è indagine attiva, esplorazione. Ogni tassello è tenuto insieme dalle solide conoscenze filosofiche dell’autore, da una cultura mitteleuropea e internazionale, nella quale ampio spazio trovano le dottrine orientali. In questo lungo viaggio intorno al mondo, e alle sue tante culture dimenticate, si ritorna al Mediterraneo, in Campania, a Secondigliano nel penitenziario in cui Sammarco combatte il mare in tempesta della criminalità e dell’arretratezza. Ed è proprio in quest’humus malsano che il messaggio di vita che prorompe dalle pagine di questo libro conosce ancora più forza, agganciandosi alle criticità degli uomini e a quelle di un territorio atavicamente martoriato.
Non stupisce il successo di questo libro. All’estero, a Londra, dove sino già 800 le preordinazioni, ma anche in Italia. Nei commenti delle recensioni al testo, c’è chi chiede la traduzione in lingua cinese tanto per fare uno degli esempi. Da evidenziare che l’80% del ricavato verrà devoluto alla Caritas e ad altre Associazioni benefiche. Dunque, il successo di questo libro, oltre che per i suoi fini solidali, si spiega con il bisogno, da sempre avvertito dall’uomo, di smascherare se stesso e le proprie paure, indispensabili per sapere dove andare. Perché, e Seneca lo insegna, non esiste vento favorevole per marinaio che non sappia dove andare. Buona vita a tutti!
Angelo Mascolo