SANT’ANTONIO ABATE. “La faccio finita, un bacio per la piccola”. E’ il testo dell’sms con il quale un 40enne ha annunciato alla moglie di volersi suicidare, ma grazie all’attività dei carabinieri il gesto estremo è stato evitato.
Tutto inizia nel pomeriggio di martedì quando una donna in preda al panico si è presentata negli uffici della stazione dei carabinieri di Sant’Antonio Abate segnalando il testo del messaggio ai militari che immediatamente si sono attivati nelle ricerche dell’uomo, un 40enne abatese ex commerciante e padre di due figli.
Per iniziare i militari hanno presto stilato un identikit della persona da rintracciare e così insieme ai colleghi della compagnia di Castellammare, agli ordini del capitano Gianpaolo Greco e del tenente Carlo Santarpia, e della centrale operativa di Torre Annunziata scattano le ricerche sul territorio. Controlli tradizionali in strada ma anche quelli messi a disposizione della tecnologia: è stato attivato lo strumento del ‘local position’ per agganciare le celle del cellulare del commerciante 40enne che aveva minacciato il suicidio.
Dai rilevamenti del ‘local position’ gli uomini dell’Arma hanno intuito che l’uomo si trovava in autostrada, circostanza confermata anche dai rilevamenti espletati sul telepass in suo possesso. Problemi di natura economica alla base della volontà di suicidarsi. Un gesto disperato scaturito dalla perdita del lavoro ma anche dall’esito negativo di un incontro, avuto poco prima dell’invio dell’sms, per ottenere un credito vantato da tempo. E’ a quel punto che nella mente dell’uomo è balenata l’idea del suicidio evitato con l’intervento dei militari che lo hanno ritrovato nella notte lungo l’autostrada presso l’area di servizio “Torre Ovest”.
Il 40enne di Sant’Antonio Abate era in buon stato di salute ma evidentemente in stato confusionale, si è fatto aiutare dai carabinieri che lo hanno riportato a casa dalla moglie. Qui un forte abbraccio per lui ed ringraziamenti ad i militari per aver preso subito a cuore la vicenda che avrebbe potuto avere più tragiche conclusioni.
Raffaele Cava