I napoletani onesti sono stufi di essere presi in giro, umiliati da politici senza scrupoli buoni solo a condannare ghetti e quartieri dormitorio che loro stessi hanno creato nel tempo inseguendo esclusivamente il proprio meschino tornaconto. Napoli è implosa e con la capitale del mezzogiorno è crollata la speranza di chi mai ha tradito le proprie origini vivendo e investendo nell’area partenopea. Corruzione, collusione, falso ideologico, abuso d’ufficio : questi solo alcuni dei reati che negli anni hanno macchiato l’immagine e la credibilità della classe politica indigena.
A Napoli se vuoi lavorare, sei vuoi “contare” devi appartenere : che si parli di massoneria o di camorra ( dipende dall’estrazione sociale del soggetto) occorre essere parte integrante dell’anti stato per poter sopravvivere ad un sistema sociale talmente bacato da rasentare l’osceno. Memori dei fischi che avevano accolto la visita a sorpresa dell’allora sospeso sindaco di Napoli De Magistris nei principali nosocomi partenopei ( letteralmente alle corde per mancanza di mezzi ) non resta che invocare l’intervento del presidente della repubblica non che figlio di questi luoghi Giorgio Napolitano. Provocatoriamente, disperatamente in sintesi chiedere l’ausilio dell’esponente massimo di questa Italia . Penisola che già il sommo poeta così etichettò: “Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!”.
Alfonso Maria Liguori