TORRE DEL GRECO – Sette pagine di contestazioni per ripercorrere l’ultimo anno e mezzo del servizio di raccolta dei rifiuti in città. Sette pagine per avviare la procedura di risoluzione del rapporto. Sono quelle inviate dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Ciro Borriello alla Ego Eco, la ditta che si occupa dello smaltimento dei rifiuti a Torre del Greco dal marzo del 2013. La firma è del segretario generale dell’ente e dirigente ad interim del settore Ambiente, Anna Lecora, che in questo modo ha contestato “il grave inadempimento nell’esecuzione dell’appalto affidato” assegnando alla società “quindici giorni a far tempo dalla ricezione della comunicazione entro il quale la Ego Eco srl potrà far pervenire al responsabile del procedimento le proprie controdeduzioni in ordine a quanto contestato, riservando all’esito ogni ulteriore provvedimento e salvo in ogni caso il maggior danno”.
La lunga missiva relativa alla “contestazione degli addebiti” parte proprio dal momento dell’affidamento del servizio, quando – con apposito verbale – l’amministratore unico della Ego Eco, Vittorio Ciummo, dichiarava di essere “pienamente edotto di tutte le circostanze, di fatto e di luogo, inerenti l’esecuzione del servizio, di tutti gli obblighi accollati alla ditta dal capitolato speciale d’appalto e di accettare la consegna a far tempo dal 5 marzo 2013”. Ricordando anche che “è stato autorizzato, per il periodo 1 gennaio-31 dicembre 2014, l’integrazione del canone mensile di ulteriori 70mila euro per porre fine alla controversia sorta tra l’ente e la ditta aggiudicataria circa le criticità evidenziate dalla ditta stessa (modifica orario di lavoro e conseguente assunzione dei relativi oneri, carenza del personale, mancata realizzazione delle isole ecologiche)”.
“Dai verbali di contestazione redatti in contradditorio con il rappresentante della ditta Ego Eco – scrive ancora il segretario generale richiamando 54 distinti verbali dal 16 luglio al 28 ottobre scorsi – si evincono quotidiane e reiterate inosservanze di quanto prescritto per l’espletamento dei servizi di spazzamento e lavaggio delle strade cittadine” e “in seguito a verifiche effettuate sugli scontrini di pesa, è stato accertato che lo svuotamento dei cassoni presso i centri di raccolta non veniva effettuato con cadenza minima giornaliera” sono altre due contestazioni alla ditta incaricata della raccolta dei rifiuti.
Poi si passa alle ispezioni di Arpac (3 luglio 2014) e Asl Napoli 3 Sud (24 settembre) in cui vengono mosse numerosi appunti in merito a come vengono tenute le isole ecologiche (l’Arpac punta l’indice contro la mancata piantumazione, sul deposito dei rifiuti a terra a causa della mancanza temporanea dei cassoni, sulle esalazioni maleodoranti, sulle tracce di colaticci provenienti dai cassoni dell’umido; l’Asl di concerto con la polizia provinciale invece sottolinea le precarie condizioni igieniche di diversi cassoni, la presenza di rifiuti abbandonati sul sito, la mancata disinfezione e derattizzazione che provoca la presenza di insetti di vario genere e ratti). Senza dimenticare i verbali della polizia municipale dai quali “risulta che automezzi della Ego Eco provvedevano alla raccolta dei rifiuti in modo indifferenziato”, con “gravi conseguenze” per l’ente in termini economici secondo le vigenti normative in materia.
“Soltanto in seguito ad ispezione da parte della polizia locale – prosegue Anna Lecora – si è accertato che il centro servizi, ubicato a Boscoreale, ‘risultava chiuso mediante catena con lucchetto apposta al cancello d’ingresso e che da ricognizione effettuata esternamente alla struttura, la stessa risultava completamente sgombra da persone ed automezzi, all’apparenza in completo stato di abbandono”. Oggi il nuovo centro servizi è stato individuato a Castellammare di Stabia: “Tuttavia – fa presente nella sua relazione il segretario generale – ad oggi nessun documento è pervenuto circa le relative autorizzazioni, con grave rischio per l’osservanza delle norme in materia di sicurezza sul lavoro”.
Niente call center e niente informazioni sul piano di lavoro giornaliero prima di arrivare alla situazione economico finanziaria della società che “appare fortemente compromessa al punto da legittimare seri dubbi in ordine alla capacità della stessa di disporre delle risorse necessarie per garantire il corretto espletamento dell’appalto. A parte l’applicazione delle penali per gli inadempimenti e i disservizi (circa 490mila euro dal 15 luglio al 31 agosto) che già decurtano sensibilmente la liquidazione del corrispettivo del servizio prestato, l’ammontare dello stesso è ulteriormente abbattuto dalla miriade di procedure esecutive (ad oggi oltre 140) promosse dai lavoratori per il mancato pagamento delle retribuzioni loro spettanti, dai legali che li assistono e dall’agente per la riscossione per pendenze di natura tributaria e contributiva”.
Tutto questo ha portato l’ente ad avviare il “procedimento teso alla declaratoria della decadenza”.