A Scafati si accendono nuovamente i riflettori sulla questione Mauro Scarlato, di nuovo al centro della polemica per via dei recenti botta e risposta che vedono contrapposti da un lato il sindaco Aliberti e l’onorevole Paolino, sua moglie, e dall’altro il consigliere regionale Gambino; e sulle problematiche relative alla sicurezza urbana, messe in luce da recenti fatti di cronaca avvenuti in zone centrali della città, uno dei quali ai danni del consigliere capogruppo del PD scafatese Vittorio D’Alessandro.
Ancora una volta a fare il punto della situazione è la voce di Scafati Arancione che passa dalle parole del portavoce Francesco Carotenuto: “Il teatrino sulla questione Mauro Scarlato vede stavolta contrapposte due tifoserie a caccia di voti per le prossime elezioni regionali. E’ evidente che continuiamo a chiederci cosa abbiano fatto in questi 5 anni mentre noi, insieme alla città, cercavamo con ogni mezzo di impedire lo scempio della chiusura dell’ospedale e del pronto soccorso.
Adesso, a distanza di pochi mesi dal rinnovo del consiglio regionale, si ritorna ad utilizzare l’ospedale di Scafati come strumento di contesa politica e di accaparramento di consensi, credendo o sperando in una perdita di memoria della nostra città che tiene bene a mente le vicende che hanno portato alla condanna a morte della comunità attraverso l’assenza, l’inettitudine e l’incapacità politica di chi avrebbe dovuto rappresentare Scafati e gli scafatesi ma che, con i suoi comportamenti irresponsabili, inconsistenti hanno determinato questo smacco e la negazione totale del nostro diritto alla salute.
A queste persone vogliamo semplicemente suggerire di avere la decenza di non proferire prebende e menzogne perchè l’ultima volta che la città è stata protagonista di una scadenza elettorale, è stata promesso loro l’apertura del “Mauro Scarlato” un minuto dopo la fine delle elezioni amministrative.La responsabilità politica è un fattore ahinoi sconosciuto, soprattutto quando gli interessi e le ambizioni personali giocano un ruolo predominante”.
Sulla questione sicurezza Carotenuto è altrettanto chiaro nel presentare il suo triste bilancio: “Era il 3 settembre 2013 quando una delegazione da noi guidata, incontrò l’allora assessore alla sicurezza Elefante, poi silurato per i motivi ben noti, e il comandante della polizia municipale, ancora oggi in carica, D’Ambruoso per discutere di sicurezza e contrasto alla microcriminalità.
Da allora nulla è cambiato se non una escalation spaventosa di episodi che rendono la città tutt’altro che vivibile e costringono le nostre famiglie ad adottare veri e propri coprifuochi.
Ad oggi, le nostre poche ma chiare richieste giacciono nel dimenticatoio, come l’attivazione della videosorveglianza -ancora inutilizzata-, monitoraggio delle zone a rischio come il centro commerciale Plaza nelle ore notturne -teatro di sempre più frequenti episodi di bullismo e microcriminalità- e maggiore attenzione nelle periferie.
Inoltre, sempre in quella sede, ribadimmo la necessità di programmazione al fine di contrastare questi attentati dinamitardi che continuano a susseguirsi in città e che hanno spesso una matrice ben definita.
Crediamo che il momento delle chiacchiere sia finito e che gli scafatesi meritino rispetto su un tema che dovrebbe rappresentare una priorità nell’agenda politica di una amministrazione che mira al benessere e alla vivibilità della propria comunità.
Fino ad oggi nessuna attenzione è stata rivolta alle nostre proposte e non si può pensare che la delicata situazione si risolva agendo solo in emergenza o esprimendo solidarietà dopo un fatto increscioso, c’è bisogno di fatti e concretezza, prima che sia troppo tardi”.
Due beni fondamentali quelli del diritto alla salute e alla sicurezza che per gli scafatesi sembrano essere ancora irraggiungibili e lontani.
Raffaele Cirillo