Ancora una volta a fare il punto della situazione è la voce di Scafati Arancione che passa dalle parole del portavoce Francesco Carotenuto: “Il teatrino sulla questione Mauro Scarlato vede stavolta contrapposte due tifoserie a caccia di voti per le prossime elezioni regionali. E’ evidente che continuiamo a chiederci cosa abbiano fatto in questi 5 anni mentre noi, insieme alla città, cercavamo con ogni mezzo di impedire lo scempio della chiusura dell’ospedale e del pronto soccorso.
Adesso, a distanza di pochi mesi dal rinnovo del consiglio regionale, si ritorna ad utilizzare l’ospedale di Scafati come strumento di contesa politica e di accaparramento di consensi, credendo o sperando in una perdita di memoria della nostra città che tiene bene a mente le vicende che hanno portato alla condanna a morte della comunità attraverso l’assenza, l’inettitudine e l’incapacità politica di chi avrebbe dovuto rappresentare Scafati e gli scafatesi ma che, con i suoi comportamenti irresponsabili, inconsistenti hanno determinato questo smacco e la negazione totale del nostro diritto alla salute.
A queste persone vogliamo semplicemente suggerire di avere la decenza di non proferire prebende e menzogne perchè l’ultima volta che la città è stata protagonista di una scadenza elettorale, è stata promesso loro l’apertura del “Mauro Scarlato” un minuto dopo la fine delle elezioni amministrative.La responsabilità politica è un fattore ahinoi sconosciuto, soprattutto quando gli interessi e le ambizioni personali giocano un ruolo predominante”.
Sulla questione sicurezza Carotenuto è altrettanto chiaro nel presentare il suo triste bilancio: “Era il 3 settembre 2013 quando una delegazione da noi guidata, incontrò l’allora assessore alla sicurezza Elefante, poi silurato per i motivi ben noti, e il comandante della polizia municipale, ancora oggi in carica, D’Ambruoso per discutere di sicurezza e contrasto alla microcriminalità.
Da allora nulla è cambiato se non una escalation spaventosa di episodi che rendono la città tutt’altro che vivibile e costringono le nostre famiglie ad adottare veri e propri coprifuochi.
Ad oggi, le nostre poche ma chiare richieste giacciono nel dimenticatoio, come l’attivazione della videosorveglianza -ancora inutilizzata-, monitoraggio delle zone a rischio come il centro commerciale Plaza nelle ore notturne -teatro di sempre più frequenti episodi di bullismo e microcriminalità- e maggiore attenzione nelle periferie.
Inoltre, sempre in quella sede, ribadimmo la necessità di programmazione al fine di contrastare questi attentati dinamitardi che continuano a susseguirsi in città e che hanno spesso una matrice ben definita.
Crediamo che il momento delle chiacchiere sia finito e che gli scafatesi meritino rispetto su un tema che dovrebbe rappresentare una priorità nell’agenda politica di una amministrazione che mira al benessere e alla vivibilità della propria comunità.
Fino ad oggi nessuna attenzione è stata rivolta alle nostre proposte e non si può pensare che la delicata situazione si risolva agendo solo in emergenza o esprimendo solidarietà dopo un fatto increscioso, c’è bisogno di fatti e concretezza, prima che sia troppo tardi”.
Due beni fondamentali quelli del diritto alla salute e alla sicurezza che per gli scafatesi sembrano essere ancora irraggiungibili e lontani.
Raffaele Cirillo