Alla fine «la montagna ha partorito il topolino». Agli annunciati sconquassi, terremoti, alluvioni e via dicendo, in ultimo si è registrato il classico «nulla di fatto». Alle due di un primo pomeriggio uggioso e minacciante, lui si, pioggia e scatafasci, l’opposizione – o la minoranza che dir si voglia – si è alzata compatta e ha abbandonato l’aula. Senza discutere e metter ai voti i punti «9», «10» e «13», ovvero le «sfiducie» presentate dai suoi consiglieri al vicesindaco De Falco (accusato dalla minoranza di “manifesta incapacità gestionale”), al presidente Mappa (reo, secondo l’opposizione, di “manifesta incapacità amministrativa”) e all’assessore Marcone, molto più semplicemente “sfiduciato” e basta. Richieste che erano state iscritte, con gran clamore, nell’ordine del giorno e che avrebbero dovuto produrre fuoco e fiamme. Invece, niente di quanto pronosticato è successo. E non se ne parlerà più.
Dunque, questo il risultato del «gioco delle parti» tra maggioranza e opposizione. Con quest’ultima tutta tesa a mettere i bastoni tra le ruote del sindaco Balzano e del gruppo che lo sostiene. E dire che quando il consiglio è cominciato pareva che gli scontri, verbali e accesi, fossero inevitabili, visto l’inizio a muso duro.
Difatti, non appena la seduta è stata aperta dal presidente Mappa, si è registrato subito un battibecco tra maggioranza e opposizione. Il «via alle danze» l’ha dato un intervento di Gennaro Langella che ha chiesto al sindaco lumi sul mancato appalto del campo sportivo «Pozzo», cosa, quest’ultima, che ha portato l’impianto ad essere ancora sbarrato a circa un anno da quel provvedimento. E, fatto ben più grave, agli atti vandalici di questi ultimi mesi. Esauriente e circostanziata la risposta del sindaco che non solo a respinto ogni addebito ricordando si quanto le problematiche del campo sportivo fossero figlie della passata amministrazione che aveva mal gestito il complesso ma sottolineando pure come le richieste dell’opposizioni poggiassero su basi poco solide e pretestuose in quanto le due gare di assegnazione del «Pozzo» erano andate una deserta e l’altra era stata sospesa in autotutela perché una delle buste si presentava non perfettamente sigillata.
Balzano ha sottolineato, ancora, come gli atti vandalici al «Vittorio Pozzo» fossero stati precisi e ben indirizzati perché c’era da registrare come furti e distruzioni fossero stati diretti ai materiali più costosi. Sino a giungere a un danno – gli uffici interessati non l’hanno ancora quantificato in maniera precisa – stimato all’interno di una forbice compresa tra i diciassettemila e i quarantamila euro, circa.
Tra le altre, il sindaco ha anche stoppato tutte quelle voci di corridoio che volevano sollevato dall’incarico l’assessore responsabile allo Sport, proprio per i problemi del campo sportivo. Ancora, Balzano ha dovuto spiegare che al momento non era stata fatta alcuna assegnazione senza gara, come invece veniva sostenuto con forza dall’opposizione. Una sola fiammata, poi, tra le due parti, c’è stata allorché il consigliere Crifò e il presidente dell’assemblea, Mappa, si sono scontrati verbalmente su un poco cortese – almeno così è stato giudicato da Mappa – invito a «stare zitto» rivoltogli a muso duro da un Crifò troppo infervorato dal dover sostenere e dimostrare le proprie ragioni. Per il resto, se si esclude qualche commento dai banchi del pubblico, subito messo a tacere dal presidente Mappa, normale amministrazione. O poco più.