“E’ avvilente”. Così l’ex sindaco Salvatore Ricci ha commentato il momento politico vollese.
Il primo cittadino Angelo Guadagno, dopo aver ricompattato la maggioranza con l’acquisizione di parte dei cosiddetti “traditori”, si è trovato a fronteggiare l’ostacolo della rimodulazione delle deleghe assessoriali con la dura opposizione dei giovani assessori del Pd, Navarro e Popolo, per nulla disposti a vedersi ridimensionato l’incarico.
«Il sindaco – ha aggiunto Ricci – vive fuori dal mondo. Sta vivendo una crisi politica che lo vede senza maggioranza da un anno e non se ne rende ancora conto.
Una coalizione che non era altro che un cartello elettorale, sorretto da accordi deboli non poteva che dare vita ad una amministrazione debole, quale si sta dimostrando questa che guida “malamente” la nostra città. Un’amministrazione caratterizzata da una assoluta mancanza di rispetto tra i suoi componenti, nei confronti della città e nei riguardi del programma elettorale. Se ci fosse un minimo di dignità, Guadagno dovrebbe andare via e invece continua con un assurdo braccio di ferro con il Pd in attesa di decidere se sarà lui a lasciare il partito o il Pd a sfiduciarlo definitivamente».
Inconcepibile per il consigliere Salvatore Ricci quanto è stato fatto dagli indipendenti che prima si sono duramente opposti al sindaco, con manifesti e pubbliche dichiarazioni ed oggi entrano in giunta e, allo stesso tempo, assolutamente ingiustificabile il comportamento di quanti oggi votano a favore di questa amministrazione e sino alla settimana scorsa dichiaravano “mai con i traditori”.
«Abbiamo superato i limiti della decenza e della dignità personale. Quando un anno fa – ha aggiunto Ricci – all’indomani della “crisi politica” legata all’uscita dalla giunta dell’assessore Festa, consigliai a Guadagno le dimissioni tecniche, come quelle presentate nelle scorse settimane, mi rise in faccia. Allora avrebbe ancora potuto serrare le fila dell’amministrazione e provare a lavorare seriamente per il bene di Volla. Oggi è troppo tardi. Oggi Guadagno è ostaggio di troppi accordi e patti che in un certo senso fanno del sindaco un uomo sotto scacco.
Quando poi, per recuperare lo sfascio che ha creato in quest’ulteriore anno di amministrazione, il sindaco ha annunciato l’azzeramento delle deleghe, in consiglio comunale gli chiesi: “a te chi ti azzera?”. Ed in effetti il mio intervento provocatorio aveva un perché ben evidente legato al fatto che lo stesso primo cittadino ha sempre tenuto per sé delle deleghe per le quali non si possono certo registrare risultati propriamente positivi. Una crisi dovuta ad una cattiva amministrazione di tutta la giunta, sindaco compreso. Una crisi che pagherà solo ed esclusivamente la città».
Gennaro Cirillo